Per Fabian arrivo da interno, terzo di destra, per lasciarlo andare a calciare a piede invertito (in ritiro), cioé con quel sinistro che traccia parabole goliardiche: poi, un pomeriggio, chiacchierando in libertà, mentre Hamsik preparava le valigie per la Cina, Ancelotti confidò a Giuntoli: «M’è venuta un’idea».
Fabian scopre che può inventarsi varie vite, senza correre il rischio di essere coinvolto in paragoni: ha già fatto l’esterno nei quattro, ha poi ondeggiato tra le linee – nel finale a Cagliari – e quando all’improvviso s’avverte la necessità d’accendere una luce abbagliante, la regia gli viene affidata senza indugi e senza confronti estremi. «Ma non chiamatelo Pirlo». La sua prima Napoli è in quaranta presenze, sette reti, tre assist e quella febbre che l’ha spedito in ospedale, quando era in Spagna con la Nazionale, e gli ha sottratto il crescendo del finale, che però si è riservato con la piccola Roja, dove l’hanno eletto leader. Fonte: Cds