Tra i manager più importanti d’Europa a soli 23 anni, un ruolo esecutivo quello di Mattia Martini nell’Atletico
Madrid Femenino che l’ha portato ad alzare la Liga, staccando un Barcellona finalista di Champions League
con un netto +6 in campionato. Ma oltre a ciò studente modello nel dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze: laurea triennale conseguita con 110 e Lode e con una tesi inedita “Nel mondo dello sport al femminile. Una ricerca qualitativa fra le calciatrici di Serie A e le giornaliste sportive italiane”, una laurea magistrale al termine già solo dopo un anno. Dieci esami sostenuti, otto volte un esito di 30 e Lode ed in due occasioni di 30. In un periodo ricco di impegni universitari e mondiali in Francia, siamo andati così ad intervistarlo.
Sappiamo del suo attaccamento a Firenze ed a Unifi. “Mi sento fiorentino, nel profondo: la nostra città è una città con una responsabilità immensa per il nostro
paese a livello culturale e non solo.
E pure studiare qui deve essere avvertito come una opportunità, perché veramente si respira tutto ciò che
siamo stati, siamo e saremo per la storia di Italia e per il mondo. Sono orgoglioso, veramente.”
Spesso vediamo suoi post social letterari, filosofici. Un esponente illustre che ha studiato all’Università di
Firenze che ha come riferimento? “Sento un particolare legame con Italo Calvino. Lui nel nostro ateneo studiò alla facoltà di Agraria, ma lo prendo come forte esempio per la sua capacità di giudicare la complessità della vita con completezza, quasi da esterno, come colui che fa un passo indietro rispetto al gruppo per osservarlo da fuori e coglierne la totalità. Nel “Barone Rampante” ciò è evidentissimo.”
Cosa vuol dire “studiare”? “Vuol dire ricerca costante, continua conoscenza. Lo studio non è un qualcosa che trova limiti, un qualcosa che si può frazionare, ma è un continuum, una infinitezza che si può definire un ipertesto: da una strada se ne aprono altre x infinite. Inoltre non si studia solo sui libri, vi sono ulteriori modi: dal viaggiare allo sfogliare i quotidiani la mattina. Soprattutto il leggere le maggior testate giornalistiche nel post-colazione, lo avverto personalmente come
una necessità.”
In triennale una tesi rivoluzionaria ed innovativa, basata sugli stereotipi e pregiudizi subiti dalle
calciatrici e dalle professioniste della comunicazione che lavorano nel mondo del pallone.
“Sono stati un elaborato ed una ricerca lunghi e non facili da portare al termine, un percorso di quasi due
anni, basato sulle interviste ai dodici capitani della Serie A di calcio femminile ed a due giornaliste sportive,
una di SKY Sport ed una di Rai Sport. Ciò realizzato con l’esclusivo fine di attestare quanto lo sport sia sport, indipendentemente dal sesso, indipendentemente dall’essere uomo o donna.”
Per chiudere, dato che corre la notizia che ti trasferirai a Madrid definitivamente, dopo la laurea
magistrale, vi è la possibilità di proseguimento di carriera universitaria nella capitale spagnola? “Mi piacerebbe conseguire un’altra laurea in psicologia od in sociologia, però ancora è presto per rifletterci. Terminiamo al meglio questo percorso e poi valuteremo.”
La Redazione