Partendo da Sarri, Re Carlo è arrivato ad Ancelotti: d’intesa con De Laurentiis, ha sfruttato la prima stagione al Napoli per conoscere l’organico, per proporre lentamente il suo 4-4-2 (in fase passiva), per valutare i calciatori impiegati meno degli altri, per togliersi sfizi tattici (difesa a tre in Champions con Maksimovic, Insigne attaccante, Allan tra i due centrali come a Ferrara con la Spal) immaginando il futuro, anticipandolo senza compromettere i risultati sportivi. Poi, a stagione conclusa, Ancelotti s’è rimboccato le maniche: James Rodriguez, ad esempio, è una sua esplicita richiesta. Lo ha allenato al Real Madrid e poi l’ha preteso, ma con garbo, anche al Bayern Monaco. Il colombiano sarà l’epicentro della manovra, al suo mancino sarà affidato il nuovo corso, il ruolo è marginare perché un talento simile potrà giocare ovunque, magari partendo da destra ma arrivando in ogni zona del campo col proprio corpo o semplicemente delegando il pallone. Ma Ancelotti è in ogni altro affare: nell’intuizione Di Lorenzo, terzino offensivo come sussurra il suo calcio, nella forza di Manolas, marcatore rapido e aggressivo in campo aperto, nel tentativo (concreto) per Lozano, che attacca la profondità come servirebbe al suo Napoli.Fonte: Cds