Sarri, tutto in due in due parole: s’arricetta o s’arricrea?

«A Torino s’arricetta o s’arricrea?» Le infinite sfumature del napoletano, vengono incontro e mettono voglia di giocare. Per alcuni la prima ipotesi, per altri la seconda. Sarri, comunque, fa discutere. Nel giorno della conferenza stampa a Torino dell’ex Comandante, ora magari solo caporale (siamo uomini?) non si parla del bilancio in rosso, dei servizi che saltano, del lavoro che manca, della città che crolla, del mare nero, e nemmeno del Papa che viene a portare la sua benedizione. Si parla di lui,ma sono offese col vuoto a perdere.
Lo scrittore Davide Morganti: “ È stato un ottimo attore, lo è ancora. Va alla Juve e parla di professionalità. Ma io sono stanco anche della parola professionalità, dell’atteggiamento che si nasconde dietro questo termine. Il calcio non è razionalità ma passione, emozione. Quindi non capisco perché i tifosi debbano capire». E infatti non capiscono. Michele, che vende berretti e bandiere a piazza Dante: «Aereo privato, camicia firmata e meno male che era l’uomo con la tuta». Quelli che avevano eletto Sarri a nuovo Comandante Che Guevara, hanno i nervi a fior di pelle. Sono i più tesi, i più delusi. Il Comandante che disse «con 18 uomini si può fare un colpo di stato» si è seduto nel palazzo. Stefano Traiola, responsabile vendite Feltrinelli: «Nella vicenda Sarri vedo la dimostrazione che tutti hanno un prezzo dice -; il potere ti dimostra che ognuno si può piegare alle sue leggi, che tutti sono conquistabili. La Juventus fa un atto di protervia: tenta di levarlo agli altri. Sottrarre i simboli è un’azione politica». «Sarri è una bravissima persona e se torna a Napoli lo accolgo a braccia aperte», dice ecumenico Giuseppe Bruno, conosciuto come Bobò, uno dei più importanti ristoratori flegrei, l’unico a Napoli ad avere avuto Sarri nel suo locale. «Lui ama Napoli in modo viscerale ma ha fatto una scelta professionale. Come tifoso sono deluso anche io, si capisce. Ma non mi ha deluso come uomo: ha fatto la gavetta, adesso arriva un ingaggio importante. Vi svelo un segreto: se la Juve chiama, risponde positivamente anche Jorginho. È mio amico, sono suo testimone di nozze. Mi ha detto: se mi vogliono ci vado. Il calcio è business».

Fonte: Il Mattino

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