L’ oncologo Paolo Ascierto: «Io, tifoso bianconero, non temo l’effetto jella»

Paolo Ascierto è tifosissimo della Juve e, a differenza di tanti altri napoletani, non ne fa mistero. Anzi. Tra un congresso scientifico e l’altro il medico specializzato ad altissimo livello nella cura del melanoma va infatti in giro con tutta la famiglia per seguire le partite della sua squadra del cuore.

Come mai tifa per la Juve, e da quando? «Premesso che vengo da una famiglia di nerazzurri, mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio, quando guardava l’Inter di Jair, Sandro Mazzola, Mario Corso e Roberto Boninsegna. Gennaio 1971: partita Catanzaro-Juventus, all’epoca non si vedevano i calciatori esultare in modo esagerato come accade invece adesso».

Risultato? «Nella mente di un bambino scattano meccanismi strani…».

Ossia? «In quella partita la Juve perse 1-0 con gol di Angelo Mammì che, nell’esultare, fece un giro di campo a mani alzate: questo gesto mi diede talmente fastidio che decisi in quel momento di tifare per gli avversari, pensando che fossero più deboli e che erano stati umiliati».

E invece… «Quell’anno la Juve vinse lo scudetto nell’ultima giornata di campionato».

Ma alla sua famiglia, moglie e due figli, ha trasmesso la stessa fede calcistica come codice genetico. «Esatto. Ai miei figli sì, soprattutto al secondogenito. Invece, mia moglie è juventina perché da giovane le piaceva Antonio Cabrini».

Il tecnico Maurizio Sarri ha tradito Napoli? «No. Nella storia del calcio di sicuro non è stato e il primo e non sarà l’ultimo. Basti pensare a José Altafini, Dino Zoff, Ciro Ferrara, Fabio Cannavaro, Fabio Quagliarella, Gonzalo Higuain e per finire Marcello Lippi. Semmai, ci vuole più accortezza nei gesti e nelle parole, quando si fa parte di un club. Forse è questo che dà fastidio ai tifosi del Napoli: i proclami disattesi. Ma il calcio è così, bisogna accettarlo».

Soltanto i colori della squadra contano. «Sono poche le bandiere come Francesco Totti, Paolo Maldini, Giuseppe Bergomi, Giuseppe Furino, Antonio Juliano e Giuseppe Bruscolotti. E poi, ognuno ha il suo Sarri».

È facile intuire a chi si riferisce… «Noi abbiamo Antonio Conte, che ha fatto i proclami come Sarri e adesso è andato all’Inter, la nostra rivale, com’è la Juve per il Napoli».

Qual è, invece, il suo giudizio su Sarri come allenatore del Napoli? «Ha fatto grandi cose, esprimendo il miglior calcio visto negli ultimi tempi. Nessun dubbio. L’unica pecca è quella di aver “trascurato” una Europa League che avrebbe potuto vincere, come ha poi fatto al Chelsea».

In conferenza stampa, la prima ieri con i bianconeri, il mister ha detto che ha dato al Napoli il 110 per cento per battere la Juve, che ci riproverebbe, che è stata una rivalità sportiva ed è finita. È davvero così? «Questo è il giusto atteggiamento che ogni professionista dovrebbe avere, mentre le esternazioni eccessive andrebbero evitate. Forse adesso anche Sarri se ne sarà reso conto».

Ma, per l’occasione, i tifosi azzurri gli hanno fatto gli «auguri iettatori»: avranno effetto? «Ecco la parte goliardica della cultura partenopea, ma attenzione: con Higuain hanno sortito l’effetto contrario…».

Fonte: Il Mattino

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