De Giovanni: “Lo battiamo. Il Sarrismo rimane qui”

Lo scrittore napoletano parla del caso Sarri che va alla Juventus

Questo non è un romanzo, ma una storia vera che ora rotola a bordo campo e lascia dietro di sé una scia di sensazioni che Maurizio De Giovanni, il “commissario Ricciardi” e vari altri uomini ancora, per esempio il tifoso del Napoli oppure l’amico di Sarri, deve domare tentando di sistemare la testa in un pallone. Ecco quanto detto al CdS in un’intervista. 

De Giovanni, ci sono argomenti in abbondanza per uno scrittore. «La premessa è d’obbligo e vale come introduzione: il mio sentimento anti-juventino è forte. Però la narrazione del Sarrismo – a cui Maurizio ha contribuito – rimane: non finisce quell’epoca, quel calcio nella sua Grande Bellezza, né il Napoli dei 91 punti e di uno scudetto conteso a una squadra più forte e più potente. Quella storia finì quando il potere sfruttò gli anticorpi, nella sera di San Siro, in una partita che nel calcio con temporaneo non ha eguali o, se ci sono, non li trovo».

De Giovanni è però anche amico di Sarri. «Non gli ho scritto messaggi, non so se lo farò e certo non gli augurerò i più grandi successi, semmai i migliori insuccessi. Ma il giudizio personale rimane e lui resta una persona straordinaria, con la quale è delizioso stare a cena. Spero che continui a leggere i miei romanzi, come ha dichiarato anche recentemente di fare, ma….».

Ma il calcio è altro…? «Va ad allenare la più grossa avversaria del Napoli: e dunque… Lui è un uomo-azienda, perché fattura da solo una cifra enorme, ha due manager che gli hanno presentato proposte irrinunciabili e che ha dovuto accettare. Io stesso nelle medesime condizioni non potrei dire di no ad un editore che magari potrebbe non essermi simpaticissimo, però una squadra di calcio non è paragonabile a uno scrittore: è identità, è senso di appartenenza».

Saranno due partite, quelle tra Juventus e Napoli, in cui il coinvolgimento emotivo finirà per avere il sopravvento su quello sportivo? «Non oso pensare nulla al riguardo, ma so che Napoli inseguirà egualmente il proprio sogno e ormai l’unico interesse è la campagna di rafforzamento, la possibilità di restare competitivi come lo siamo stati in queste ultime stagioni. Il Sarrismo è ancora là, è germogliato qua ed è patrimonio che ci appartiene. Ora Maurizio allena un’altra squadra e dunque lo sfideremo».

La Redazione

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