CALCIO FEMMINILE – Bartoli e Girelli: “Giamaica? Non abbiamo fatto ancora nulla”

L'Italia domani sfiderà la Giamaica alle ore 18,00

Domani alle ore 18,00 a Reims si gioca la seconda partita ai mondiali femminili in Francia tra l’Italia del c.t. Bertolini e la Giamaica. Le azzurre hanno voglia di proseguire il buon momento dopo aver sconfitto all’esordio l’Australia. Ecco le parole di Elisa Bartoli e Cristiana Girelli“Giocare questo Mondiale è un sogno che avevo sin da bambina – ha dichiarato il difensore della Roma – vincere al 95’ in rimonta è stato bellissimo e battere l’Australia ci ha dato coraggio, forza e consapevolezza. Ora non bisogna commettere l’errore di sottovalutare la Giamaica, dobbiamo entrare in campo con lo stesso atteggiamento che abbiamo avuto all’esordio. Loro hanno qualche mancanza tattica e tecnica, ma a livello fisico e di corsa sono davvero forti. Giocando di squadra potremmo metterle in difficoltà”.

Nata e cresciuta a Roma, Elisa è soprannominata ‘Il Gladiatore’ e vedendola giocare è facile intuire il perché: “E’ per la grinta che metto in campo. La mia filosofia di vita è fare ciò che mi va di fare nel migliore dei modi, non mi faccio influenzare dai pregiudizi delle persone”. Ha una sorella, Claudia, che ha una scuola di surf a Cerveteri (“ma non faccio surf, è pericoloso”), un’ammirazione sconfinata per Totti e De Rossi (“ho pianto ai loro addii”) e un ex ‘pendolino’ come modello: “Amo Cafù, un terzino offensivo, tecnico. Un giocatore da ‘sombrero. La loro fisicità ci metterà in difficoltà. Sono simpatiche e allegre, a Roma si sono ambientate bene’”.

Anche Cristiana Girelli invita a non sottovalutare la Giamaica: “Dopo la vittoria con l’Australia c’è stata un’ondata di entusiasmo, è stata una grande impresa, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Dobbiamo restare con i piedi per terra, la Giamaica è una squadra molto tosta, ma sappiamo che vincere vorrebbe dire passaggio del turno assicurato”. Si definisce ‘allegra’ e ‘solare’ Cristiana, che con l’Australia ha potuto contare sull’affetto di tutti i suoi cari: “Allo stadio c’erano i miei genitori, mia sorella, mia nipote e mio cognato. Incrociare i loro sguardi e vederli cantare l’inno in tribuna è stato emozionante. Speriamo di andare avanti, così mi raggiungeranno ancora”.

La Redazione

 

Bartoli
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