C’è un mea culpa nella carriera di Ancelotti: “Che errore non averlo preso”

Quando l’albero di Natale non aveva ancora trovato spazio nel salotto di Carlo Ancelotti, quando il Parma procedeva di 4-4-2, quando dunque non c’era posto per un trequartista in quel dogma, Sua Maestà il «re di coppe», non ancora approdato però al trono, dovette scegliere tra il proprio schema e Roberto Baggio e rinunciò a prendere un talento puro, uno dei più grandi di sempre. Sono scelte che si fanno nel corso di una carriera e di cui poi però ci si pente, come accaduto una quindicina d’anni dopo, quando – presentando uno dei suoi libri, appunto «Il mio albero di Natale» – Ancelotti, che intanto aveva anche lasciato che Zola andasse via da Parma e si trasferisse al Chelsea, rivide le sue posizioni: «Ripensandoci oggi, sono stato un pazzo. Come si fa a rinunciare a un calciatore come Baggio? Ma ero giovane e non ebbi il coraggio di addentrarmi in un modello di gioco che non conoscevo abbastanza, mentre invece ero o mi ritenevo comunque padrone del 4-4-2». 

Fonte: Cds

AncelottiBaggio
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