Il Mattino – “Vesuvio lavali col fuoco” arriva in Cassazione. Impensabile qualche anno fa

Augurarsi che il Vesuvio provochi una strage di napoletani è ufficialmente materia sulla quale la Corte di Cassazione può prendere una decisione. Può sembrare incredibile, ma anche questo è un risultato che va festeggiato perché, fino a un paio di giorni fa, il ricorso presentato alla Suprema Corte veniva ritenuto «inammissibile». La questione riguarda un messaggio diffuso sui social da una ex consigliera provinciale di Monza, Donatella Galli, leghista. La donna preparò una cartina d’Italia che si fermava al Lazio, di fianco a quella foto scrisse «Forza Etna», «Forza Vesuvio». Polemiche, parole e rabbia su giornali e online ma l’allora presidente dell’ottava municipalità, Angelo Pisani, decise di passare ai fatti e presentò una denuncia contro la donna. In primo grado arrivò la condanna: secondo Elena Sechi, magistrato di Monza, il post che la Galli aveva definito «una battuta», non era una battuta.

Si trattava invece «di chiaro ed inequivoco contenuto razzista, nel senso di pregiudizialmente ostile nei confronti di alcune popolazioni», era «carico di violenza» e idoneo a «propagandare l’avversione contro i meridionali».
La vicenda proseguì in appello, venne decisa l’assoluzione: scrissero i giudici di Milano che il post della Galli conteneva «un luogo comune intriso più di ignoranza che di dato ideologico», per quanto usato in forma «sgradevole e rozza». Insomma non c’era nessuna idea fondata sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali come ipotizzavano i denuncianti, e non c’era nemmeno discriminazione razziale ed etnica in quel messaggio social.
Alla fine quella roba lanciata sui social era solo una sequenza di parole «intrise di ignoranza», e ai più sarebbe bastata questa imbarazzante considerazione come condanna perenne per la Galli, che invece di sentirsi umiliata per la grave considerazione dei magistrati, festeggiava l’assoluzione.
Però l’avvocato Stefano Pisani non ha voluto accontentarsi della giustificazione di un «gesto ignorante» e s’è rivolto alla Suprema Corte. Inizialmente sembrava che quella richiesta non dovesse essere accolta, poi l’altro giorno la svolta: è stato giudicato ammissibile il ricorso «Finalmente la Cassazione si potrà ora pronunciare sulla rilevanza penale e sulla connotazione razzista di tali espressioni», ha detto con entusiasmo l’avvocato Sergio Pisani. 
Adesso bisogna solo aspettare: se la Cassazione deciderà che bisogna punire chi inneggia al Vesuvio, potrebbe scaturire un’epidemia di condanne.Fonte: Il Mattino

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