Ora è tempo di spiccare definitivamente il volo anche a livello internazionale, perché al di là dell’Europeo Under 21 a cui prenderà parte, l’obiettivo per Fabian è far parte della rosa che disputerà quello dei grandi l’anno prossimo.
Eccolo ai microfoni del Cds:
Stavolta non c’è suina che tenga. Il debutto si avvicina. «Sì e sono davvero contento, questa è la mia prima volta con la nazionale maggiore. Ora ho tanta voglia e spero di fare bene. Insomma, non vedo l’ora che arrivi il debutto e giocarmi le mie carte».
Cosa ha pensato quando ha ricevuto la prima chiamata, quella a cui non ha potuto rispondere? «Essere convocati in nazionale è il sogno di tutti i bambini che calciano un pallone non solo qui in Spagna, ma credo in tutto il mondo. Quando sei piccolo hai un solo desiderio: giocare accanto ai migliori calciatori del tuo Paese. Ci ero andato vicino a marzo, poi però sapete com’è andata con il ricovero in ospedale».
Acqua passata. Se l’è già immaginata la prima volta? «Non ci ho pensato a dire il vero. Contro le Isole Faroe o al Bernabeu contro la Svezia cambia poco a dire il vero. L’importante è che questo sogno si avveri. Sarà bello uguale e sono sicuro che non lo dimenticherò mai».
Lei è un persona molto “italiana”: ha un rapporto viscerale con la sua famiglia, con i suoi fratelli, la nipotina e con sua madre in particolare. A chi di loro darà la prima maglia con la Seleccion? Non la scambierà mica con un giocatore delle Faroe? «Assolutamente no, la prima no. La terrò per me, rimarrà a casa di mia madre in Andalusia: la metterò in un quadro accanto a quelle con cui ho debuttato con il Betis e con il Napoli. Merita di stare lì, merita di averla lei, la prima persona che ho chiamato quando ho saputo della convocazione in nazionale».
L’hanno accolta bene qui a Las Rozas? Senatori non ne mancano e lei è l’ultimo arrivato. «Ancora non mi hanno fatto scherzi, né mi hanno sottoposto ad alcun tipo di rituale di iniziazione, ma c’è tempo. Per ora mi hanno accolto e trattato molto bene, sono stati tutti molto carini e disponibili. Non ho avuto modo di parlare di persona con Luis Enrique, ma spero di farlo presto».
Dopo però le toccherà tornare in Italia, c’è l’Europeo Under 21 e il debutto il 16 giugno a Bologna contro l’Italia. Pensa di fare un gol al suo compagno di squadra Meret? «Prima di venire abbiamo scherzato un po’ sul fatto di incontrarci già alla prima partita, siamo stati tutto l’anno insieme e ora sono contento di incontrarlo, stavolta da avversario. Per me, al di là di tutto, sarà molto bello disputare questo torneo in Italia che considero un posto speciale per ciò che sto vivendo lì. Però spero di vincere e se faccio gol a Meret, beh, ancora meglio».
Un bilancio della prima stagione a Napoli: se l’aspettava così? Quaranta presenze e 7 gol, di cui una doppietta all’Inter. Il bottino non è niente male. «All’inizio tutto era un po’ diverso, un posto nuovo, una lingua nuova, ho dovuto un po’ ambientarmi. Ho dovuto fare i conti con un infortunio e all’inizio è stato difficile, poi le cose sono migliorate e Ancelotti ha cominciato a darmi più fiducia e anche più opportunità di giocare. In fin dei conti credo di poter essere orgoglioso della mia stagione, ma so bene che devo ancora migliorare e che tutti insieme, nuovi acquisti compresi, l’anno prossimo potremo fare una stagione migliore rispetto a quella che si è appena conclusa».
La domanda da un milione di dollari, quella che tutti si pongono a Napoli, credo che già la conosca. Dove preferisce giocare? Spero sia consapevole che a sinistra ha reso meglio rispetto a quando è stato impiegato da centrale. «Questo me lo dicono tutti, però a me piace giocare di più come centrocampista. Ho sempre giocato lì sin da bambino. Quest’anno il mister mi ha provato a sinistra e credo di aver fatto bene. In quella posizione ho segnato più gol, ma il motivo è semplice: giocare a sinistra mi permette di avere più libertà di movimento e di essere più presente in area di rigore».
Come se lo immagina il Napoli dell’anno prossimo? Più vicino alla Juve o è una lotta impossibile quella contro i bianconeri? «No, proveremo ad avvicinarci anche non è facile, perché hanno una grande squadra. Quest’anno ci abbiamo provato ma non ci siamo riusciti. Per il prossimo sono sicuro che arriveremo a lottare fino alla fine con loro per lo scudetto».
La colonia spagnola può ingrandirsi, lo sa? Rodrigo, Ceballos, Llorente, Fornals, sono tutti nomi che al Napoli interessano. Ha avuto modo di parlare con loro? «A dire il vero no, non ho mai parlato di mercato con loro, ma se dovessero chiedermelo non potrei che parlare bene del Napoli e della città e del progetto, che cresce di anno in anno. Se verranno saranno i benvenuti».
Un modo per anche per ringiovanire l’età media degli spagnoli. Quei “vecchietti” di Callejon e Albiol cominciano ad avere un’età… «José gioca 50 partite all’anno ed è un segnale che sta bene fisicamente. Raul ha avuto un infortunio, ma entrambi non si discutono. Se ne arrivano altri ben vengano, saremo ben felici di aiutarli a integrarsi».
C’è anche un altro nome accostato al Napoli, quello di James Rodriguez. Le piacerebbe giocare con lui? «Certo che mi piacerebbe, ma non lo conosco di persona e non so se verrà a Napoli. A tutti comunque farebbe piacere giocare con giocatori di talento».
Cosa le ha dato Napoli città in questa prima stagione? «Tanto, soprattutto l’affetto della gente che mi incontra per strada. Tutti mi vogliono bene, mi trattano come uno di famiglia, ecco questo è ciò che più mi piace di Napoli e dei napoletani».
La Redazione