Giampaolo parla di Quagliarella e Sarri. Le sue parole al Corriere dello Sport

Il tecnico della Samp parla del suo collega Sarri ma non solo al CdS

Da Sarri a De Rossi passando per Quagliarella, la Roma, il bel calcio, il legame con la Sampdoria, il suo futuro e la lacerazione che gli lascia dentro ogni sconfitta. Un’intervista con Marco Giampaolo ti fa capire quanto il tecnico blucerchiato ami e conosca questo sport: te lo spiega parlando di «play con certe caratteristiche», «di scomporre le situazioni di gioco», di «dogmi sarriani» e di molto altro. Il tutto tra un sorriso, come riporta il CdS, un accendino che sposta sul tavolo per spiegare i movimenti e una nuvola di fumo che si alza da un sigaro fumato quasi per darsi forza negli ultimi giorni di una stagione per lui molto dispendiosa.  

 La Juventus per il dopo Allegri sta pensando a Sarri. Le piace come idea? «Sarebbe il riconoscimento del valore del lavoro. Con Sarri in panchina la Juventus sottoscriverebbe una sorta di discontinuità con il passato: finora ha vinto con una squadra organizzata individualmente, mentre con Sarri proverebbe a farlo con un’organizzazione collettiva e con i dogmi di Maurizio. Lui scompone le situazioni di gioco, sia la fase di possesso sia quella di non possesso; è simmetrico nel modo di pensare e ha un’idea di calcio che per essere portata a compimento ha bisogno di una didattica che deve essere recepita da tutti, altrimenti la proposta di lavoro non va come dovrebbe. E’ uno dei migliori d’Europa». 

Sarri a Torino avrebbe successo secondo lei? «Nel calcio si può vincere in più modi. Un club deve scegliere in base al momento che attraversa, ai calciatori che ha, a come vuole utilizzarli, ma anche in base alla sua cultura e alla sua storia. Alla Juve Sarri farebbe bene anche perché le partite non le vincono gli allenatori, ma i giocatori forti. Un tecnico mette un’idea di gioco, però in campo vanno i suoi uomini. La Juve ha vinto per manifesta superiorità grazie alla capacità di Allegri di gestire il gruppo, alla sua ironia e alla sua intelligenza. Non tutti sarebbero stati in grado di farlo». 

Tiferà per Sarri nella finale tra Chelsea e Arsenal? «A Torreira voglio bene perché è un ragazzo straordinario, umile e mi manda sempre messaggi di ringraziamento, ma sarebbe bello che l’Europa League la vincesse Sarri perché conosco il suo percorso professionale, le qualità del suo lavoro e mi sarebbe piaciuto se avesse vinto qualcosa già con il Napoli, che era quasi la perfezione delle sue idee calcistiche. Il Chelsea non è ancora quello che deve essere, ma vedergli alzare la Coppa sarebbe il premio per un tecnico partito da lontano, che si è costruito sacrificio dopo sacrificio, bastonata dopo bastonata». 

Lei e Sarri siete uniti da un passato a Empoli oltre che dall’amore per il bel gioco«A Empoli parli di calcio con dirigenti competenti, che hanno le conoscenze per lavorare in un certo modo. Non è un caso se il loro settore giovanile è straordinario. Non so se riusciranno a salvarsi, ma l’Empoli è una delle società virtuose del calcio italiano». 

Quanti anni può giocare ancora Quagliarella? «Siccome fisicamente è integro, per lui sarà sempre e solo una questione di motivazioni: finché le troverà… Se dovesse vincere la classifica dei marcatori, il prossimo anno dovrà iniziare con un nuovo traguardo». 

La Redazione

 

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