Dalla lunga intervista rilasciata da Paolo Cannavaro al Cds, il punto sulla Nazionale ed i settori giovanili:
La Giovane Italia di Mancini cosa le suggerisce?
«Roberto mi sta entusiasmando, per come si è posto, per la sua idea di calcio, per la ricerca di un percorso, per la fiducia accordata ai giovani. Abbiamo di nuovo un futuro, con Chiesa e Bernardeschi, con Zaniolo e due portieri che rispondono ai nomi di Donnarumma e Meret».
Ma la strada è lunga.
«Abbiamo buttato via una generazione ma stiamo recuperando, perché arrivano i risultati anche con l’Under 17 e l’Under 18, dove c’è materiale tecnico di livello e di prospettiva. E poi le scelte di Mancini suggeriscono un indirizzo anche ai tecnici dei club: a vent’anni non si lasciano in panchina i giocatori buoni, si lanciano in campo. Ora possiamo essere ottimisti, ne abbiamo facoltà, c’è una proposta, quella del Ct, interessante e la formazione di un gruppo che può diventare trascinante. E non mettiamoci a fare confronti con Brasile o Germania, lasciamoli crescere questi ragazzi».
Lei, come Allegri, sostiene che sia colpa dei settori giovanili.
«Dove si pensa a insegnare la tattica, mentre invece serve la libertà e, semmai, l’istruzione tecnica: il palleggio, il controllo orientato, il dribbling. Io ho preso conoscenza dei sistemi quando avevo ventidue anni e Ancelotti mi introdusse dalla marcatura a uomo alla zona. Ma prima, era sempre e soltanto la bellezza del gesto».