Bello, come mamma l’ha fatto o come la natura l’ha creato: bello da prendersi i complimenti del suo ex allenatore, Semplici, del suo ex presidente, Colombarini, e gli applausi di uno stadio che gli è appartenuto e di quella Napoli che dall’altra parte, come riporta le pagne del Corriere dello Sport, scrutando nel diluvio, ha scoperto di avere un uomo, tra i pali, prossimo alla «santità», perché i miracoli a un certo punto sono apparsi giganteschi.
«Ringrazio Semplici e il presidente, io a Ferrara ci sono stato per due anni che mi sono serviti per crescere e sono stato accolto con simpatia e affetto e di questo sono grato ai tifosi della Spal. Per me è stato emozionante, una sensazione particolarissima. E per quanto riguarda la partita, volevamo vincere, pur sapendo di quanto fosse difficile, ma ci siamo riusciti. Intendiamo chiudere bene il campionato e di regalarci ancora qualche successo».
Meno due, poi ci sarà l’Europeo, un altro esamino a cui sottoporre se stesso: ma prima, in questi centottanta minuti che restano e sui quali andranno allungate, ancora, le sue mani, il Meret in salsa partenopea vorrebbe regalare ad Ancelotti ciò che l’allenatore ha chiesto al Napoli.
«Ci teniamo a superare la soglia degli ottanta punti, come ha detto il mister. E faremo di tutto per arrivarci. Servirà concentrazione e prestazioni perfette, nelle gare che aspettano con Inter e Bologna. Poi guarderemo all’anno venturo, dove intendiamo restare il più in alto possibile e dare fastidio alla Juventus. Siamo un gruppo giovane, che ha qualità».
E tra i pali un airone, mica un semplice portiere.
La Redazione