Uva: “Dal 2024 al 2030 organizzeremo 3 nuove competizioni…”

Queste la parole del vicepresidente UEFA ai microfoni di Radio CRC

E’ intervenuto ai microfoni di Radio CRC, nel corso della trasmissione “Un Calcio Alla Radio“, il Vicepresidente UEFA Michele Uva: “La prossima finale di Champions si giocherà tra due squadre che non sono campioni del loro paese. Ovviamente ci sono state molte rivoluzioni rispetto al passato. Oggi bisogna guardare al futuro, ovvero la richiesta dei tifosi, perché tutto dipende da loro. Dal 2024 al 2030 organizzeremo 3 nuove competizioni europee. L’attuale formula è perfetta ma bisogna sempre puntare ad evolversi. Il centro, però, è rappresentato sempre dai tifosi, perché sono loro quelli che investono. La crescita del calcio italiano è stata inferiore a quella inglese, spagnola e tedesca. E’ stata pari solo a quella francese. Chi è alla guida del calcio italiano deve capire perché la crescita è così lenta. Bisogna imparare a ragionare collettivamente e non individualmente, ma non voglio dare giudizi. La Juventus è stata la prima ad applicare la norma del daspo ad un tifoso, espulso dallo stadio per i prossimi 5 anni: è una norma che esisteva ma che fino ad ora nessuna società aveva mai applicato. La UEFA fissa dei limiti per poter partecipare alle competizioni europee e tra questi c’è quello inerente al possesso di uno stadio decente in cui poter disputare le partite. Sulle infrastrutture, non bisogna aspettare che l’Italia vinca una candidatura ad un evento per migliorarle, come nel caso delle Universiadi. Bisogna dare la possibilità ai tifosi di andare ad assistere ad uno spettacolo con servizi ed infrastrutture all’altezza. La Superlega porterebbe via 4 o 5 squadre più forti di ogni nazione, privando i campionati nazionali di questi club. E la UEFA ha il dovere di tutelare i campionati nazionali. Il Barcellona agli inizi degli anni 2000 fatturava meno delle 4 squadre italiane più forti: oggi fattura quattro volte di più di loro. Per aumentare i ricavi bisogna anche sviluppare strategie infrastrutturali. I soli della UEFA non cambiano la vita delle società. Bisogna guardare ai propri punti di debolezza per capire dove crescere”.

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