Giulini (Pres. Cagliari): “Ma chi sapeva della fantascienza in TV con i frame in 3D?”

Ai microfoni del Cds

Anche il presidente del Cagliari Tommaso Giulini è ancora rinchiuso nell’«età della pietra» in cui era ognuno di noi, era rimasto in una epoca precedente a quella che gli si stava inaspettatamente profilando dinnanzi e nella quale i fatti non vanno separati dalle interpretazioni: la storiella, che poi diviene una “storiaccia”, è persino banale nella sua narrazione intrisa al massimo della posizione del braccio destro, di quello sinistro, d’una traiettoria vagante, d’un gomito, d’una proiezione – sì, vabbè, pure quella – d’un pallone toccato al di qua o al di là della linea: insomma, robe che noi umani… Poi è comparsa la “fantascienza” in tv e si sono scoperti i “frame” che arrivano in 3D, un cursore o un software che consente di intrufolarsi tra le pieghe dell’erba resa verde e quasi commestibile da Nicola Rizzoli, capace di perdersi e guidarci tra le “linee vettoriali” di quest’universo. All’improvviso si è finiti in un’altra esistenza, quella che quasi nessuno ha mai vissuto, che un giorno conosceremo, e ci siamo accorti che non solo c’è vita su Marte ma che si può anche andare sulla Luna e ondeggiare non più nel vuoto pneumatico ma sulla soglia dell’area di rigore con un “Grande Fratello” che saprebbe seguirci, monitorarci, indicarci la strada che porta sino al dischetto del calcio di rigore o chissà dove: neanche Orwell sarebbe arrivato a tanto.

Giulini, ora siamo tutti più ricchi ed eruditi e bisognerà persino dire grazie a Cacciatore, il suo calciatore: senza di lui, non ci saremmo calati, forse, in questa dimensione.
«E infatti: perché il punto focale della vicenda, del fallo di mano di Cacciatore, non è stabilire se il rigore ci fosse o meno ma scoprire – verrebbe da dire solo per merito dell’episodio – che esiste una tecnologia capace di valutare oggettivamente casi come quello di domenica».

Ve lo potevano dire… E comunque Napoli-Cagliari diventa la nuova frontiera, somiglia ad uno spartiacque. 
«Non mi risulta che in alcuna riunione o incontro ufficiale si sia mai parlato di questo supporto del quale abbiamo avuto poi cognizione dalla tv e da Rizzoli. E immagino che una struttura del genere, simile a quella della Goal Line, abbia bisogno di altri sistemi tecnologici altamente evoluti, anzi di più». 

I protagonisti del calcio oscurati dalle innovazioni: in pratica, hanno spento il decoder per un po’ e vi hanno negato le informazioni. Sarebbe come ritrovarsi condannati per aver commesso un reato sul quale non si è ancora legiferato e del quale, dunque, non si conosca l’esistenza.
«Bisognerebbe che chi vive in questo Mondo – i dirigenti, gli allenatori, i calciatori, i giornalisti e anche i tifosi, se permettete – siano preventivamente aggiornati sulle novità. La Goal Line e le immagini sul fuorigioco hanno di fatto azzerato ogni forma di discussione e penso che abbiano anche trasmesso serenità alla gente, arbitri compresi». 

Mentre domenica sera, a un certo punto, Napoli-Cagliari è diventato un caos prima in campo e poi anche dopo. E dinnanzi alla tv ma anche uscendo dal San Paolo, qualcuno era disorientato… 
«Al centro del sistema-calcio va sistemato il tifoso, che ci sostiene non solo con gli sforzi economici ma anche con la passione e con la fede. Assumere decisioni che restano incomprensibili, e non soltanto per loro, vanifica i sacrifici, smorza gli entusiasmi e poi diventa complicato, quasi impossibile, spingere la gente allo stadio o chiedergli di acquistare abbonamenti per la pay-tv».
 
È una questione di regole… 
«Il motore di ogni squadra di calcio è rappresentato dal pubblico e non si può mettere a rischio la sua fiducia. E le regole devono essere certe, non vaghe, altrimenti perdiamo tutti quanti. Io andrei persino oltre e proietterei le immagini sui mega-schermi degli stadi, dopo ogni decisione complicata nella quale per arrivare alla sentenza vera e inappuntabile sia stato necessario far ricorso alla tecnologia. In quel modo si rimuoverebbe ogni forma di polemica e si eviterebbero discussioni superflue. Sarebbe un gran bel passo avanti per qualsiasi figura di un calcio che vuole semplicemente chiarezza. Perché ora è lecito chiedersi: ma questo cursore è stato utilizzato sin dall’inizio della stagione o ce lo siamo ritrovati introdotto a campionato in corso? La disinvoltura nelle dichiarazioni di Rizzoli cozza e non poco con il suo appello a un trust di sistema che veda coinvolte tutte le parti. La fiducia è una cosa seria che si basa sul rispetto di regole note e condivise».

Rizzoli l’ha aiutata a comprendere (dopo) e però un po’ l’ha fatta anche arrabbiare… 
«Ho buona considerazione di lui, anche in questo nuovo ruolo, è una persona perbene e un professionista leale, ma stavolta sarebbe stato giusto e corretto sostenere che le immagini non smentiscono in maniera indiscutibile la decisione dell’arbitro Chiffi e che Mariani avrebbe dovuto evitare di intervenire per segnalare un presunto rigore. Perché il protocollo, fino a domenica sera, era questo».

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