Fabio Capello: “Nel rigore Insigne ci ha messo tanto orgoglio e una sfida personale”

E’ il calcio, che ti dà sempre almeno un’altra chanche, anche quando sembra che il pallone stia rotolando a fondo campo, accompagnato dal triplice fischio finale; e Lorenzino non ha avuto paura di «tirare quel calcio di rigore», perché nel sottofondo dell’anima a modo suo ha avvertito che è «anche da quei piccoli particolari che forse si avverte un giocatore, per il quale «don» Fabio Capello si è poi speso e ancora lo fa: «Ci è voluto coraggio in quelle condizioni: c’era il destino della partita e quando vai sul dischetto a una manciata di secondi dalla fine è più semplice essere avvolto nella tensione. In quella situazione, tu sai che puoi segnare e dunque vincerla e sbagliare e quindi sciupare un’occasione. E il carattere è un elemento che va valutato nel complesso della prestazione. Io ci ho visto dentro anche tanto orgoglio, una sfida personale: in situazioni del genere, il terrore che te lo pari, o magari l’errore umano, posso incidere. Lui è andato ed ha segnato».  
Altro non c’è da aggiungere, nel linguaggio asciutto, tecnico, con introspezione psicologica di Fabio Capello, che però ha provveduto ad avviare una riflessione a margine di una partita «perfida» nella sua evoluzione o anche provvidenziale: perché senza il Var, forse, sarebbe finita diversamente e Insigne sarebbe rimasto esclusivamente «insipido», la fotografia di una partita e dunque di un momento. Fonte: CdS

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