Insigne sta con Insigne, pronto a concedersi una tregua con quella minoranza rumorosa che l’ha sistemato al centro della propria contestazione, e ripetutamente, ogni volta che al Napoli è andata male: è il ruolo dei capitani e gli uomini simbolo. E il mercato, secondo il CdS, che resta indefinito nelle sue prospettive e all’improvviso può sempre, un giorno, chissà, diventare una tentazione, rimane però per il momento una strada da negarsi mentalmente, semmai anche prolungando quel contratto scadenza 2022 fino al 2023: poi, si sa, si vedrà se un giorno, presto o tardi che sia, fioriranno vecchi o nuovi estimatori; magari a quel tempo sarà cambiata l’aria e si respirerà quel profumo che arrivava l’altro giorno nella sala del rendez-vous: sapeva solo di Napoli (almeno fino a prova contraria). Un‘altra primavera.
La Redazione