Non svuotiamo il San Paolo. Il mondo è cambiato, il calcio è cambiato, Napoli è cambiata

Dai 30 mila tifosi in trasferta al deserto del 2019

Il mondo è cambiato, il calcio è cambiato, Napoli è cambiata. La sofferta e insopprimibile passione per le maglie azzurre, per il Napoli, è cambiata. Lontano il popolo dei centomila cuori all’epoca di Sivori e Altafini. E’ finita la mobilitazione di trentamila napoletani in trasferta all’epoca del “gioco nuovo” di Vinicio. E’ scomparso il “pubblico più civile d’Europa” degli anni di Maradona

In gran parte sono state le partite in diretta tv a svuotare gli stadi, di per sé già poco accoglienti, il San Paolo in testa. Il Napoli ha perduto da tempo il primato del suo stadio, la fortezza della passione azzurra e la ricchezza del club partenopeo con quel record di 89.992 paganti per Napoli-Perugia 1-1 del 20 ottobre 1979, un sabato (alla domenica la città sarebbe stata bloccata dalla visita di papa Wojtyla). La partita mobilitò il tifo napoletano esclusivamente per fischiare Paolo Rossi, centravanti del Perugia, che aveva rifiutato il trasferimento a Napoli. Una storia d’altri tempi.
Calando il numero degli spettatori a Fuorigrotta, il San Paolo non è più la cassaforte del Napoli (si è calcolato in 152 miliardi di lire l’incasso nei sette anni di Maradona). La “cassaforte”, come riporta il Corriere dello Sport, unica risorsa economica, consentiva alla società azzurra di pagare ingaggi e stipendi alti attirando giocatori di gran livello. Oggi sono i diritti televisivi e non il botteghino a sostenere il bilancio del Napoli.
Da qui l’idea di De Laurentiis di costruire un piccolo stadio, un salotto da 25 mila posti, tutti in abbonamento, magari con una emittente televisiva della società che rastrelli in proprio il ricavato per le gare azzurre in tv.
Poiché lo stadio non è più fonte di ricchezza per il Napoli, con l’eccezione di poche partite “milionarie”, questa particolare visione imprenditoriale De Laurentiis sta forzando la fine del tifo e della passione popolare di Napoli per il calcio. La personalissima gestione del San Paolo ha cambiato lo stadio di Fuorigrotta da cassaforte ormai “insignificante” a strumento di “pressione” per la politica presidenziale, compresa la “guerra” contro le frange contestatrici del tifo alzando smisuratamente il costo dei biglietti di curva.
Allontanando i contestatori, De Laurentiis sta allontanando inevitabilmente anche la parte sana del tifo. In pratica sta svuotando il San Paolo. Si teme il giorno in cui la squadra si troverà sola, senz’anima e senza cuore perché avrà perduto il cuore e la passione dei suoi tifosi. 

La Redazione

San Paolo
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