Era scritto nel suo destino che il suo primo scudetto dovesse esser vinto facendolo coincidere con il terzo titolo nazionale di una squadra che non vinceva da decenni. Omar El Kaddouri ci aveva provato con il primo Napoli di Maurizio Sarri, quello del 2015-2016, sbattendo su Zaza, sulla Juventus e su tante polemiche. Il 21 aprile, invece, è arrivato il trionfo con il Paok Salonicco, campione di Grecia dopo 34 anni.
«Ed è stata l’emozione più forte della mia vita».
Eppure, la stagione era iniziata ad handicap con una penalizzazione. «Vero, abbiamo scontato ancora le questioni legate alla scorsa stagione legate al nostro presidente».
Ivan Savvidis, quello che entrò in campo con una pistola. «La vittoria del titolo è solo merito nostro. Già lo scorso anno eravamo i più forti ed altre vicende hanno condizionato il campionato. Ed è il giusto tributo verso i venticinquemila che sono scesi in piazza. Con il bus scoperto abbiamo percorso i tre chilometri dallo stadio alla piazza centrale in 4 ore».
Al Napoli, invece, questo scudetto continua a sfuggire. Cosa manca per vincere? «Nulla. Purtroppo, in Italia c’è la Juve che è troppo più forte. Acquista campioni di livello mondiale, impossibile competere. Il Napoli di Sarri, lo scorso anno, giocò il miglior calcio d’Europa. Sembrava l’anno buono».
Sarri, l’uomo che scatenò le ire del suo manager dell’epoca,Mino Raiola, per lo scarso utilizzo. «Ma, io con il mister ho avuto un rapporto umano fantastico. È vero che il secondo anno volevo giocare di più e per questo andai via, ma a Napoli conservo tanti amici».
Il Napoli, quest’anno, poteva fare di più? «Il Napoli ha lottato fin quando è stato possibile, i ragazzi hanno mollato solo nelle ultime partite, quando erano sicuri del secondo posto».
Tra qualche mese, potrebbe tornare da avversario al San Paolo, in Champions. «Se ci penso, ho i brividi. Il Paok dovrà superare il preliminare, ma vogliamo la fase a gironi. Tornare ancora al San Paolo sarebbe davvero meraviglioso».
Fonte: Il Mattino