Stagione a due facce per il Napoli: Spettacolo nella prima mentre poi…

Gli azzurri sono calati dopo l'eliminazione dalla Champions League

La stagione del Napoli è praticamente conclusa, senza trofei e con la qualificazione ai prossimi gironi di Champions League. E’ inevitabile fare dei paragoni con la passata stagione, visto che l’anno scorso con 91 punti 77 goal fatti e 29 subiti si era sfiorato lo Scudetto. Quest’anno a 5 giornate dal temine, i punti sono 67 con 62 goal fatti e 30 subiti. Nella seconda metà della stagione gli azzurri hanno dimostrato poca concretezza e un calo vistoso della condizione atletica, l’eliminazione in Europa League contro l’Arsenal ha mostrato un avversario forte ma non insormontabile. E’ vero che Sarri l’anno scorso aveva “snobbato” le coppe, ma altrettanto vero che quest’anno la squadra è stata rinforzata ed era lecito aspettarsi qualcosa di diverso. Non per forza la vittoria di un titolo, perché vincere non è mai scontato Juventus docet in Champions League, ma è il come che fa una differenza sostanziale. Gli azzurri non sono praticamente mai stati in corsa per lo Scudetto, sono stati eliminati in Coppa Italia (da favoriti) dal Milan del Pistolero Piatek. Non bisogna buttare via tutto o addirittura chiedere “la testa” di Ancelotti, ma questa squadra necessita un miglioramento dal punto di vista atletico e tecnico. La Champions League del Napoli è stata a tratti spettacolare con squadre come Liverpool e PSG che hanno dovuto sudare le proverbiali 7 camicie per approdare agli ottavi di finale. La parata di Alisson su Milik al 90′ ad Anfiel, parole di Klopp, ha ripagato il Liverpool dei soldi spesi per l’estremo difensore ex Roma. Dopo la “retrocessione” in Europa League qualcosa si è rotto. Sarri aveva stretto un patto con lo spogliatoio per inseguire il sogno tricolore, mentre con Ancelotti in questa stagione non si è vista cattiveria se non nella prima parte dell’anno. Il presidente De Laurentiis nella prossima stagione dovrà costruire una squadra su misura di Ancelotti se vuole vedere la massima espressione del lavoro di Carletto, mentre il tecnico di Reggiolo dovrà far tesoro di quello che non ha funzionato per non ripetere gli stessi errori.

A cura di Emilio Quintieri

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