Con Ancelotti Insigne libera di meno il suo gioco istintivo!

Meno protagonista nel Napoli, Insigne vorrebbe esserlo altrove

Se i numeri hanno un’anima, le statistiche riescono a radiografarla: il migliore Lorenzo Insigne del suo settennato napoletano è quello che, nella seconda stagione di Maurizio Sarri, mise assieme venti gol e dodici assist, entrando nel Napoli con una autorevolezza tecnica e una personalità abbagliante. Calcio in codice, 4-3-3, secondo il Corriere dello Sport, quello che gli appartiene, che ha studiato a scuola da Zdenek Zeman, che poi ha interpretato in inevitabili varianti che appartengono al percorso di qualsiasi altro allenatore. Il Napoli è uscito dal tridente dalla gara di andata con la Fiorentina e il primo Insigne, quello al quale Ancelotti ha chiesto di muoversi da «sotto punta» o anche da esterno, quando è stato necessario, non è poi lontanissimo dallo standard della terza stagione con Maurizio Sarri, anzi potrebbe persino fare meglio (14 reti segnate, anche se con 14 assist): però è mutato il modo di essere se stesso, di sentirsi protagonista accontentando la propria vocazione, e forse al resto ha provveduto questa tensione esagerata nei suoi confronti, ma anche sentirsi meno “libero” di assecondare l’istinto e di liberarlo.  

La Redazione

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