L’opinione di Ciccio Marolda sul Cds sul momento del Napoli che in pochi giorni perde due partite di fila al San Paolo e si guarda al futuro prossimo:
“Visto che di qui a fine maggio tutto avrà poco senso, si può dire che da queste parti il futuro è già cominciato. Come? Mettendo sotto chiave il secondo posto (ma ieri non ha saputo farlo) e disegnando in fretta il Napoli che verrà, da qui non s’esce. Calma, però. Perché prima di cominciare squadra e mezzo popolo del pallone si devono scrollare di dosso il nero della delusione, che pesa e fa assai male perché toglie l’allegria e stringe alla gola: brutte e amare sensazioni. Già, a chi non è capitato di vedere andare a pezzi speranze e aspettative? Ma per fortuna in tanti hanno saputo attraversare con successo quell’avvilimento? Ecco perché la prima domanda non può essere: chi farà coppia con Milik, oppure Insigne ci sarà ancora o dirà addio? che alla fine diventano miseri dettagli. No, dev’essere un’altra la prima domanda: che cosa deve tenersi stretto, da dove deve ricominciare questa squadra? Deve tenersi stretta stretta la partecipazione alla prossima ancor più ricca Champions – magari meno velenosa nei sorteggi -, non v’è dubbio E deve ricominciare da don Carlo, punto fermo chiamato anche a recuperare un poco di quel credito che in parte quest’anno s’è fumato con scelte a volte azzardate e scambi di ruoli avventurosi. Ecco, giusto per rubare una banalità a chi fa studi del pensiero: deve volersi un po’ più di bene, questo Napoli. Magari godendo anche di meno pregiudizi – ma anche di dannose piaggerie – da parte di tutti. Perché, deficienze del club e della squadra a parte, la sensazione è che a Napoli ancora non si sia formato il giusto e forte ambiente (istituzioni, tifo, club e squadra) per un grande successo.
Intanto, al di là degli sprechi e degli errori contro l’Atalanta, giusto per voltarsi un’ultima volta indietro e togliersi dalla testa mille dubbi, sarebbe cosa assai gradita se qualcuno – meglio se l’allenatore – raccontasse, spiegasse, almeno provasse a far capire con la chiarezza e l’onestà che gli appartengono, che diavolo è successo al Napoli in questo girone di ritorno. I perché d’un rallentamento che rispetto all’andata è costato quasi mezzo punto a gara; così come i perché dei tanti, troppi infortuni rispetto a un lungo passato di buona salute; così come il perché di quella colpevole rinuncia, a gennaio, a due centrocampisti in una volta sola e senza rimpiazzarne manco uno. No, non per cercare colpevoli e rincorrere sentenze. Soltanto per capire e magari non sbagliare ancora”.
La Redazione