L’Idea di Ancelotti è di palleggiare, ma con prudenza, però ci sono tanti vuoti nella manovra, che a destra non ha Callejon, in mezzo soffre con Zielinski e Allan, e deve aggrapparsi all’autorevolezza di Chiriches e Koulibaly, di Fabian e a tratti di chi scova in sé lampi di energia. La scossa arriva, incredibile e però vero, da un inaspettato contropiede. E’ un’azione bruciante che Koulibaly rende travolgente: quaranta metri di corsa, lo scambio con Fabian Ruiz, il traversone uncinato per Callejon che sta dall’altra parte e poi l’illusione strozzata da Cech, incredulo nel ritrovarsi il pallone sulle ginocchia. Però c’è un po’ di Napoli, perché intanto è salito Fabian Ruiz e Maitland-Niles, da quella parte, s’è andato sgonfiando: c’è intensità, pure il cuore e l’intelligenza invocati, e una presenza che apre alle speranza: Milik sarà in fuorigioco per qualche millimetro (24′) quando “scucchiaia” in porta, e ancora lui, che di testa è una sentenza, va in torsione sul traversone di Zielinski ma perde il senso d’orientamento, quello che Lacazette, sette minuti dopo, scorge oltre la barriera. Fonte: Cds