Albione si rivela insuperabile per l’azzurro partenopeo anche nel return match dei quarti di finale di Europa League. La squadra di Carlo Ancelotti era chiamata all’impresa casalinga per ribaltare il 2 a 0 subito sette giorni fa per mano dei gunners londinesi. In molti erano convinti che, trent’anni dopo, si sarebbe potuta compiere una nuova remuntada, che avrebbe fatto compagnia a quella realizzata ai danni della vecchia signora nel lontano 1989. Allora fu Renica che fece impazzire il San Paolo, all’ultimo assalto alla porta di Tacconi. Non pochi avevano individuato in Koulibaly il possibile erede del libero veronese e, sottovoce, si alimentavano voci di speranza, avallate dalle parole del tecnico di Reggiolo. Invece l’Arsenal, al primo vero affondo, ha spento i sogni di rimonta del popolo azzurro, complice il portiere Meret, non impeccabile nell’occasione. Il numero uno azzurro si è riscattato alla grande nella ripresa, quando ha negato agli ospiti il gol del raddoppio. Ad essere onesti, la squadra di Ancelotti non ha mai dato la sensazione di poter essere realmente pericolosa, andando a sbattere contro il muro difensivo predisposto da Emery. Al di là delle numerose occasioni create ben 21, mai il Napoli ha dato la sensazione di poter colpire. Squadra sulle gambe, sfilacciata con le idee annebbiate e incapace di mettere ansia alla squadra inglese. Nella serata di coppa si salvano in pochi, tra questi Chiriches che ha saputo sbrogliare più di una situazione potenzialmente pericolosa. Il ciclo di questi giocatori è finito ufficialmente giovedì, anche se di fatto si era concluso un anno fa. L’indicazione più evidente riguarda l’assenza di Marek Hamsik, probabilmente anche fuori dal rettangolo di gioco. Senza il suo capitano la squadra sembra senz’anima, incapace di superare le difficoltà. Archiviamo in fretta l’uscita dalla coppa Europea con il rammarico di non essere riusciti a terminare questo ciclo con un successo prestigioso che questi ragazzi avrebbero ampiamente meritato. La stagione del Napoli, la prima dell’era di Carlo Ancelotti, può essere ufficialmente archiviata come transitoria, utile per stilare l’elenco dei buoni e dei cattivi. Saranno in diversi a salutare Napoli al termine della stagione e sarà allora che capiremo se le ambizioni della proprietà andranno di pari passo con quelle del suo allenatore.
a cura di Riccardo Muni