Ancelotti: “Contro l’Arsenal serviranno coraggio, intelligenza e cuore”

Il tecnico del Napoli non pretenderà la vittoria, solo dedizione e tanta concentrazione

Napoli, Italia: l’ultimo passaporto sta avvolto nei fili d’erba del san Paolo, può avvicinare a Baku oppure alla Brexit nostrana, ma se un uomo ha attraversato mezzo Mondo, e mica con una canoa, non sarà certo adesso che sparirà quel senso di orientamento che può essere necessario per scrutare anche nella bacheca di casa. «Ci vorranno coraggio, intelligenza e cuore». E bisognerà scovarli, ora o mai più, nel san Paolo che Carlo Ancelotti ha ormai eletto a residence della sua futura carriera da allenatore, secondo il CdS, quella che è cominciata nel luglio scorso e vorrebbe gli facesse compagnia sino alla pensione. Però stasera, andrà recuperato quel che a Londra è sparito nel fumo d’una serrata pallida che ha reso questa sfida perfida: «E perché perfida?». E si potrà discutere sugli aggettivi della vigilia di Napoli-Arsenal, sulla consistenza di questo faccia a faccia a distanza ravvicinata tra i due Re di coppe, Ancelotti and Emery, ma non sulle modalità d’uso d’una gara che può lasciare un domani oppure negarlo. «Siamo rimasti gli unici italiani in corsa e vogliamo restarci anche venerdì. Giocheremo come sappiamo, lucidamente, senza alterare gli equilibri, che all’andata ci sono costati tanto. Siamo gente di calcio, sappiamo che non bisognerà aver fretta, che due gol si possono fare ma che sarà importante non subirne: e comunque, oseremo». 

 

Un’ora e mezza e poi, ladies and gentlmen, la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, tecnicamente da ricercare, eventualmente, in un supplementare che non appare come un’eresia. «Noi vogliamo passare il turno e non ci interessa quanto tempo dovremmo impiegare: so che daremo tutto quello che abbiamo e lo faremo con la nostra qualità». Il calcio del Terzo Millennio, ora, è diventato anche altro, è un’eco che s’allunga via etere o attraverso i social e fa rimbalzare – e anzi amplifica, tutto ciò che ruota intorno ad un pallone: uno, due, tre, quattro striscioni «estremi», nel linguaggio ultras, inseguono un sogno «pretendendo l’Europa League» ma in questa ansia da prestazione e da successo ad ogni costo, poi basta l’espressione lieve, saggia e modulata di Ancelotti che sa come affrontare le insidie dialettiche e non ritrovarsi in fuorigioco. «Io dai miei ragazzi pretendo impegno, e ce ne metteranno, e un’applicazione rigorosa, e sono sicuro che lo faranno. Poi sul risultato è chiaro che non si potrà garantire. Ma so che il san Paolo ci aiuterà, il binomio ha sempre funzionato, lo dicono i risultati di questa stagione europea e anche il passato. Sarà diverso dall’Emirates, l’ambiente: su questo non ci saranno dubbi». E soffierà il vento e si avvertirà quel fascino dell’Europa: nelle ombre, resterà Baku, lontana o vicina, che sa di Storia….  

La Redazione

 

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