“Esperto” di Arsenal, quasi 300 gare con loro, svela i segreti dei Gunners ai microfoni de Il Mattino:
«Mi dispiace non essere al San Paolo, sarà una grande serata di calcio, ma ho altri impegni già in calendario con l’Arsenal»: Robert Pires ha giocato 284 gare con i Gunners, ha segnato 84 gol ed ha vinto 7 trofei nell’era d’oro di Arséne Wenger tra il 2001 ed il 2004. Qualche anno prima, si era anche preso con la Francia il tetto d’Europa e del Mondo: oggi, invece, dirige alcune delle attività dell’Arsenal in giro per il globo, come una sorta di ambasciatore del club di Londra, tra prima squadra e giovanili.
Cosa ha sbagliato il Napoli nel match dell’Emirates? «L’Arsenal ha giocato molto bene in casa, come quasi sempre accade nelle gare interne. Credetemi, è difficile per tutti giocare all’Emirates ed è per questo che è stato difficile anche per il Napoli. Ma, siamo consapevoli che gli azzurri hanno tanta qualità ed è un aspetto fondamentale nell’andare a preparare la partita».
Il discorso qualificazione è ancora aperto?
«Sono convinto che sia ancora estremamente aperto. È una frase fatta, ma assolutamente vera: nel calcio è tutto possibile, soprattutto se in campo c’è una squadra forte come il Napoli. È vero, il vantaggio è importante, per l’Arsenal è stato fondamentale inventare quei due gol da situazioni difficili, ma il Napoli può fare lo stesso al San Paolo».
A proposito dello stadio: a questi livelli, ha senso parlare di effetto San Paolo?
«Incide il sostegno del pubblico a tutti i livelli, anche a quelli più alti. Un calciatore si sente spinto anche nelle imprese più dure. Tutti sanno come i fan al San Paolo sono molto calorosi: sono straordinari nel sostegno alla squadra, specialmente nei momenti chiave della stagione come sarà giovedì sera. I calciatori dell’Arsenal sono consapevoli che i supporter azzurri si faranno sentire ed è una difficoltà in più da affrontare».
Ancelotti potrebbe schierare Insigne-Milik-Mertens dal primo minuto. Una scelta azzardata in una gara dove il Napoli deve provare a non subire gol?
«Sono tre calciatori dal valore indiscutibile. E nella gara contro il Chievo ha lasciato in panchina dall’inizio anche giocatori come Allan e Mario Rui: ciò dimostra il valore della rosa del Napoli. Quello che conta, però, è che tutti apprezzano la filosofia offensiva di calcio di Ancelotti, uno dei segreti dei suoi successi».
Anche l’Arsenal, però, ha una filosofia di calcio molto offensiva.
«Una squadra come la nostra non può scendere in campo senza provare a costruire calcio. È nel dna gunners. Si affronteranno due formazioni che cercheranno subito di segnare, senza troppi tatticismi: anzi, passare in vantaggio al San Paolo sarebbe fondamentale per la qualificazione».
Si dice che un allenatore influisce per il 20% sul destino di una squadra. Sarà così anche giovedì?
«Non so quanto incideranno i due allenatori, ma una cosa è certa: entrambi hanno bisogno di vincere qualcosa di qui alla fine della stagione. Si tratta di una finale anticipata».