Troppo facile prendersela con quelli “piccoli” come loro, con Hysaj e con Mario Rui, in quella deriva che da destra a sinistra poi però ha trascinato chiunque: e se il migliore, per capacità, per rendimento, per personalità (e anche per un talento invasivo) risulti Alex Meret, il più giovane, vuol comunque dire che non è arrivato il momento di buttare l’acqua ed il bambino.
Il Napoli di Londra ha cancellato quello di Belgrado (controllo assoluto della fase difensiva), quello con il Liverpool al San Paolo (zero occasioni concesse), persino quello di Anfield (mareggiate continue però controllate faticosamente e a volte fortunosamente): e ci sono stati quarantacinque minuti, ma non è narrazione romanzata, in cui il sospetto che stesse per finire e definitivamente ha rapito la scena e indotto al pessimismo più cupo. Eppure, solo due settimane fa, stadio Olimpico di Roma, fu esibizione prossima alla perfezione: giocavano, in difesa, gli stessi dell’Emirates e a Meret non venne neanche poi chiesto di sporcarsi seriamente la maglietta. Né lo fece Milik, danzando come un’etoile…