Corsi e ricorsi storici. O almeno si spera. Esattamente trenta anni fa il Napoli riuscì nell’impresa di
Il Napoli realizzò l’imponderabile, quale fu il segreto?
«Crederci, con un atto di fede e di assoluta convinzione. Il 2-0 dell’andata fu pesante, ma in quei 15 giorni ripetemmo tra noi che potevamo farcela. Eravamo sicuri, non avevamo paura di niente e di nessuno».
All’andata a Torino la Juventus fece quello che ha fatto l’Arsenal giovedì: 2-0 nei primi 45′.
«Ci sorprese molto, li subimmo anche perché non ci aspettavamo il loro avvio così veemente. Prendemmo due gol con un po’ di sufficienza. Quella sconfitta ci aiutò, fu uno schiaffo che ci diede la carica giusta per la gara di ritorno».
Due a zero per il Napoli nel primo tempo: rigore trasformato da Maradona e prodezza di Carnevale allo scadere.
«Ricordo benissimo la partita. Un clima infernale, tifosi dappertutto, anche sulla copertura. Credo fossero in 90 mila al San Paolo, una spinta costante e un primo tempo fantastico. Maradona, che ci aveva caricato tutta la settimana, segna, poi su servizio di Alemao di destro feci secco Tacconi. Un gol importante e un’emozione fortissima».
Non bastò: Maradona uscì per infortunio quasi alla fine del primo supplementare, i rigori a un passo, e invece.
«Accadde qualcosa di incredibile: Careca che accelerò sulla destra, Renica che indovinò il colpo di testa. Il San Paolo esplose, tremava la terra. Probabilmente la serata più bella della mia vita. Capimmo che avremmo vinto la Coppa Uefa».
Il Napoli di Ancelotti può emularvi?
«Sì, è giusto evocare quella serata, può dare la forza per crederci. Noi eravamo sicuri di potercela fare, devono esserlo anche Insigne e compagni. La squadra è forte, la rimonta è difficile ma non impossibile».
Servirà il San Paolo delle grandi occasioni.
«Napoli deve raccogliersi attorno alla squadra, sono certo che lo farà. I tifosi azzurri non tradiscono mai, anche questa volta daranno una spinta determinante come quella di 30 anni fa. Poi toccherà ai calciatori».
La sconfitta di Londra è stata netta, purtroppo.
«La verità è che non è più il Napoli di due mesi fa, il carrarmato dal gioco splendente che ha sfiorato la qualificazione agli ottavi di Champions. Se non fosse stato per Meret avrebbe perso con un maggiore scarto di reti».
Che consigli dà al Napoli attuale?
«Di crederci e di scendere in campo con temperamento. Deve ritrovare le sue certezze. Anche con la mia Udinese abbiamo rimontato 2-2 prima di perdere 4-2 contro un Napoli in calo. Forse l’uscita dalla Champions e la resa nella corsa allo scudetto hanno inciso. Ora è il momento di reagire».Fonte: Il Mattino