Approfondimento – di G. Calabrese: “Se lo chiamano comandante, un motivo ci sarà!”

Se Ancelotti è ritenuto da tutti ed a ragione, il leader calmo, lui è senza dubbio il leader silenzioso. In campo e fuori. La sua mancanza ha fatto più danni di quanti si potesse immaginare. Comanda la difesa Raul Albiol e quando non c’è, si vede e si sente. Ne risente il Napoli nell’ impostazione da dietro, ne risente Koulibaly, che deve “occuparsi” anche di dettare i tempi, ne risente il centrocampo che risulta, per questo, meno coperto. Ci sono giocatori di cui quasi metti in dubbio l’apporto, fino a quando mancano. Albiol ha fatto il suo rientro a Castelvolturno, ha tecnicamente smaltito i postumi dell’operazione di pulizia al ginocchio, da lunedì sarà a disposizione di Carlo Ancelotti. Difficile ipotizzare un suo immediato utilizzo, ma anche escluderlo a priori. Certo è che lo stesso tecnico azzurro ha cominciato a parlare di una fase difensiva che non lo convince e, i gol incassati dal Napoli nell’ ultimo periodo, raccontano di un reparto arretrato in difficoltà. Difficile credere che l’assenza di un solo uomo possa influire tanto, ma se quel difensore è esperto e viene chiamato da tutti “comandante” un motivo ci sarà. Ha dimostrato una duttilità tattica ed una predisposizione al cambiamento non da tutti. Nessuno credeva si sarebbe adatto alla linea di Sarri, avendo giocato sempre in maniera diversa, invece lo ha fatto encomiabilmente. Stava facendo la stessa cosa con la “difesa” voluta dal “nuovo” allenatore azzurro. Per molti, forse,  sicuramente non per tutti. Anche perchè oltre i 30 anni. Un’ età “particolare” per chi gioca a calcio. Adesso il Napoli è teso. La gara di ritorno con i Gunners sarà la cartina di tornasole di un’ intera stagione. Si potrebbe passare dalla “tragedia” sportiva all’ impresa. Chissà non possa essere proprio il ritorno di Albiol, a comandare la sua difesa, la sorpresa che frulla nella mente di Carlo Ancelotti.

a cura di Gabriella Calabrese

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