Marolda, non solo nostalgia: “Capitano, mio capitano…dove sei?”

Sarà colpa della nostalgia, chissà, ma ieri la famosa frase del film l’ “Attimo fuggente”, “capitano, oh mio capitano” riecheggiava all’ Emirates e anche dalle parti di Napoli. Di quanto si stia rivelando dannosa l’assenza di Marek Hamsik nella squadra azzurra, lo ribadisce Ciccio Marolda dalle colonne de Il Corriere dello Sport:

Capitano dove sei? No, non il povero Insigne quasi senza colpa e sicuramente senza gloria sul biliardo inglese. No, il capitano che al Napoli manca è quello vecchio. E’ Marek Hamsik, il quale andando in Cina ha, sì, guadagnato un sacco di denari, ma ha anche fatto due guai in una volta sola: nulla ha dato al Dalian e molto ha tolto al Napoli. Strana la vita e stranissimo il pallone: quand’era a Napoli era apprezzato una volta sì e due volte no, ma appena se n’è andato il Napoli s’è spento in mezzo al campo e nel buio s’è perso pure il resto della squadra. Certo, è complicato pensare che un uomo solo – per di più manco fenomeno – possa fare tanta differenza, possa condizionare tanto il gioco e i risultati, ma intanto è proprio questo che i numeri raccontano. E i numeri, si sa, non sono traditori. Verrebbe quasi da dire: fuori i colpevoli, ma a che servirebbe? All’indomani dell’amarezza di Londra, dei regali e degli sprechi e d’una sconfitta che magari è pure rimediabile – ma che intanto avvelena ogni discorso, ogni ragionamento – quello che non serve è scrivere sentenze. Però qualche riflessione si può fare. La prima che rimbomba nella mente è che per quanto sia un signor allenatore, Ancelotti da solo non colma le distanze che ci sono con i migliori; l’altra, assai più contingente, è perché mai il Napoli sia arrivato al più importante incrocio di stagione con le gambe molli e le idee confuse anche nei suoi uomini migliori, più rappresentativi. Tant’è che al di là del risultato disgraziato, al di là dei regali fatti all’Arsenal, è la prestazione per un tempo e passa priva di coraggio e di baldanza che mette tristezza; segno che – nonostante una ripresa più orgogliosa e generosa, non erano figlie del caso le brutture con l’Empoli e col Genoa. E non poteva certo bastare tenere Milik a riposo e restituire spazio a Insigne per cambiare il corso della stagione in una notte. Anzi, chissà se è stata una buona idea affidare le fortune azzurre al tandem dei piccoletti divisi dai tre difensori inglesi da 112 chili e 219 centimetri. Troppa roba. Ma, vedrete, al ritorno non sarà così.

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