Mimmo Carratelli sul CdS:
“Lassù dove il Tamigi scorre calmo e placido al passaggio dei fanti azzurri l’11 di aprile, sul meridiano di Greenwich si fissa l’ora fatale della stagione del Napoli in una notte londinese senza stelle. L’Emirates Stadium soffoca il Napoli che rischia di uscire dall’Europa (a braccetto della signora Teresa May) dopo essere uscito dall’Italia e dalla Coppa Italia. I Gunners, i cannonieri dell’Arsenal affondano il vascello azzurro, nave senza nocchiere in gran tempesta (2-0). La palla-gol di Insigne alle stelle e di Zielinski fuori, una maledizione. Ma le parate di Meret, la riscossa azzurra nel secondo tempo e la palla del terzo gol inglese fallita da Ramsey e poi da Aubameyang tengono in piedi la qualificazione. I conti si faranno al San Paolo fra sette giorni.
Alle 20,25, ora di Londra poco legale, la disfatta sembra fatta nel silenzio della grande campana della Torre di Westminster, legata per lavori in corso. Il gallese della Juve Ramsey e l’ex sampdoriano Torreira (con la deviazione di Koulibaly) hanno già scosso la rete di Meret. Si profila il crollo. Lacreme napulitane di tremila sostenitori vesuviani trasmigrati nell’Emirates Stadium da 390 milioni di sterline.
‘O Napule, arò stà? Nun nce sta. Nun nce sta cu’a capa, nun nce sta co‘e cosce e nun nce sta cu‘o core. Si diceva: ci vuole coraggio, ci vuole attenzione. Che delusione! Nel primo tempo gioca solo l’Arsenal, il Napoli è spaesato. Incomprensibile l’assetto tattico degli azzurri. Si aggiungono errori e imprecisioni negli appoggi per sgusciare fuori dalla morsa inglese. Non funziona l’attacco dei piccoletti (Mertens e Insigne) perché i centrocampisti vanno a vanvera e perdono troppi palloni sul pressing dei Gunners. Ma c’è la scossa nella ripresa. Il Napoli cambia volto, attacca, stringe l’Arsenal nella sua metà campo. Sfiora il gol che sarebbe una benedizione. A Napoli, una rimonta non impossibile”.