Atletico Madrid-Barcelona, 60 mila persone, con un Wanda Metropolitano infuocato e lui lì in Tribuna d’Onore, a vedere il suo Atletico Madrid scrivere la “Storia del Calcio Mondiale”.
Una carriera brillante e folgorante quella di Mattia Martini, aglianese, classe 1995, che dopo le esperienze in Fiorentina, Verona e Brescia è approdato a Madrid e proprio da Madrid ci ha fornito uno spaccato della sua visione sul Calcio Italiano.
Atletico Madrid-Barcelona, cosa hai provato nel vedere il Wanda Metropolitano con una cornice di oltre 60 mila spettatori?“Aver giocato con l’Atletico Madrid, contro il Barcellona e davanti ad oltre 60 mila persone nel Wanda Metropolitano è stata una emozione unica.
Abbiamo scritto una pagina importante della “Storia del Calcio Mondiale. E mi piace pensare che c’è stata anche un po’ di Italia in queste righe, mi piace pensare con Elena Linari di aver posto un po’ di cuore Italiano. L’Italia c’era”.
Secondo te il calcio femminile è arrivato ad una svolta definitiva anche a livello mediatico?“Pochi sanno che Nike ha programmato un piano di investimenti economici sullo sport femminile europeo di proporzioni forse fino a pochi anni fa inimmaginabili, con ciò che riguarderà anche in gran parte il calcio femminile.
Se poi valutiamo il sostanzioso e professionale apporto dei top club maschili, il tutto diventa una leva sociale, economica e sportiva immensa”.
Conosci il calcio italiano, pensi che si è arrivati alla crescita definitiva oppure manca ancora qualcosa?“Deve mancare qualcosa, sempre: tutto è costantemente perfezionabile, affinabile.
Noi siamo in una fase ancora embrionale, nella quale bisognerà strutturare ulteriormente campionato e lega, cadenzare la stagione e rendere ancora più appetibile a fruitori (gli appassionati) e sponsor il prodotto “Calcio Femminile” italiano.
Rimarco, come in altre interviste, che per me diventeremo uno dei primi tre campionati al mondo: assieme a Premier e Liga”.
A tuo avviso, per essere competitivi anche in campo internazionale, quali sono i prossimi passi da fare?“Strutturare, ordinare, programmare, come affermato precedentemente. I risultati in campo sono lo specchio dell’ordine e della programmazione fuori”.
In vista dei prossimi mondiali in Francia, come vedi l’Italia del c.t. Bertolini?“Sarà un girone da affrontare con umiltà e rispetto nei confronti degli avversari, consapevoli dei nostri grandi mezzi, ma consci allo stesso tempo dei nostri limiti, su cui lavorare per andare oltre.
Non ho dubbi che potremmo passare il girone, con la nostra attenzione tattica che potrebbe fare letteralmente la differenza poi nelle gare secche.
Per il resto auguro a Mile, a tutto lo staff tecnico azzurro ed all’Italia un Mondiale che ci renda ancor più fieri di questo collettivo, che già ci ha regalato la partecipazione alla Coppa del Mondo”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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