Modesta la prestazione contro il Genoa, in quella che avrebbe dovuto essere la prova generale per la sfida di giovedì contro l’Arsenal. Com’era accaduto ad Empoli, la squadra di Ancelotti – pur essendo passata in vantaggio con una prodezza di Mertens ha sofferto tanto contro avversari in dieci dal 28′ per l’espulsione di Sturaro decisa dall’arbitro Pasqua dopo aver visionato al Var la violenta entrata su Allan. E, proprio come mercoledì scorso, il migliore in campo è stato il portiere, stavolta Karnezis e non Meret, a dimostrazione dei problemi di assetto che sta accusando il Napoli, peraltro proprio nell’imminenza delle sfide europee, le più importanti di una stagione in cui la Juve ha di fatto vinto lo scudetto al giro di boa e il cammino in Coppa Italia è terminato dopo due turni per gli azzurri. La carenza di stimoli per l’ampio distacco dai bianconeri non può essere una giustificazione, perché in questo modo ci si prepara male agli appuntamenti cruciali, certamente non quelli in campionato, visto che la più diretta inseguitrice degli azzurri, l’Inter, è stata bloccata dall’Atalanta al Meazza.
Funziona Mertens, che ha ritrovato il gol e la forma: una rete capolavoro poco prima del pareggio di Lazovic, ampiamente meritato dal Genoa per quanto ha saputo proporre nella trequarti del Napoli, dove il grintoso combattente Allan è ormai un ricordo. Non meglio, in fase di copertura, Fabian e Zielinski. Tre dei quattro difensori schierati ieri giocheranno all’Emirates (resterà fuori Ghoulam, rientrato dopo un periodo di allenamenti specifici lontano da Napoli: la sua condizione è approssimativa) e questo preoccupa perché il reparto sbanda ed è evidente che contro Aubameyang, Lacazette e Ozil vi saranno problemi di tutt’altro genere.
È vero che è andato male anche il test dell’Arsenal pre Europa League: irriconoscibili i Gunners, sconfitti fuori casa dall’Everton. Ma Emery aveva comunque effettuato un iniziale turnover mentre Ancelotti ha schierato una formazione vicinissima a quella che giocherà in coppa, su un campo dove gli inglesi non perdono un colpo. Non si può dire che a Londra servirà un’altra squadra, perché è questa, ma sicuramente servirà un’altra testa per rendere il Napoli più compatto e aggressivo, in grado di proporre quel calcio che nello scorso autunno fece tremare il Liverpool e il Paris St. Germain in una Champions League putroppo abbandonata per la differenza di un gol. Dopo la vittoria sulla Roma, accompagnata da un’ottima prova, gli azzurri si sono fermati. Hanno cominciato troppo presto ad allungare lo sguardo verso Londra e il risultato sono state due opache prestazioni, piene di ombre e di interrogativi, anche sulla forza degli input che riesce a trasmettere Ancelotti, che ha riproposto Insigne dopo quasi un mese in un secondo tempo in cui sono state costruite più palle gol, non concretizzate un po’ per imprecisione e un po’ per bravura del portiere genoano Radu, di cui si ricorderà a lungo una respinta di piede su tiro di Koulibaly, in una di quelle puntate offensive – sempre più frequenti – del difensore senegalese: tavolta il suo assalto alla difesa avversaria sembra la voglia di non arrendersi a partite mediocri e pareggi deludenti come quelli di ieri, sottolineati dai fischi del San Paolo. D’altra parte, dopo un punto contro Empoli e Genoa (in 10), cosa ci si mai poteva aspettare?Fonte: Il Mattino