Mai dire ciò che si pensa, né quello che gli altri non vogliono sentirsi dire: perché pure quando non c’erano i social andava più o meno così, meglio tuffarsi in quella banalità mielosa che aprirsi sinceramente. Lorenzo Insigne ha scelto una strada alternativa, si direbbe contemporanea. Con il Corriere dello Sport-Stadio si è aperto (ieri l’intervista), è stato onesto intellettualmente, non ha scavato nella retorica, né ha usato i dribbling dialettici. Ha detto ciò che ognuno sospetta dal giorno in cui s’è concesso in procura a Mino Raiola («perché ritengo che con Jorge Mendes sia il migliore») e ha semplicemente navigato nell’orizzonte immaginandoselo costipato di indiscutibili ed immancabili proposte per quello che viene considerato il talento più intrigante del calcio italiano. «Può capitare di ritrovarsi dinnanzi a un’offerta irrinunciabile». Ha espresso una teoria che è di chiunque, dal bar sport nostrano all’universo tibetano, ed è bastato essere se stesso, limpido, per ritrovarsi in una tormenta che ha inondato il mondo virtuale e ha spaccato l’opinione pubblica d’una Napoli improvvisamente stupitasi per una possibilità ch’è concreta o perlomeno ipotizzabile. Fonte: CdS