Si scrive Ancelotti e si rilegge il calcio: “Mi aspettavo una prestazione del genere”

Ancelotti ha costruito contro la Roma una partita perfetta

Poi non dite che non ve l’aveva detto, strizzando il sopracciglio, guardandosi dentro e ascoltando l’eco della propria coscienza. Si scrive Ancelotti e si rilegge il calcio, nella sua modernità o anche nel suo incedere classico, un contropiede e via: altrimenti è palleggio, è ritmo, è verticalità, è ampiezza, è uno sfizio Capitale da togliersi ancora, in quell’Olimpico che gli è appartenuto e per davvero e che induce a sorridere. Casa, dolce casa Ancelotti

Se la sentiva, Ancelotti, come conferma il Corriere dello Sport: le sensazioni erano quelle giuste.
«Mi aspettavo una prestazione del genere, perché la squadra stava bene. Forse siamo stati un po’ leziosi in avvio, ma nella ripresa siamo stati bravi, siamo usciti con personalità».
E la panchina l’ha gratificata: gol di Verdi, mandato in campo dall’inizio, poi di Younes, scongelato – di nuovo – nel finale.
«Stanno crescendo entrambi, dopo che hanno attraversato momenti difficili, per vari motivi. Verdi mi è piaciuto molto e con lui in condizione aumenta il tasso qualitativo della squadra. Non so se Simone possa diventare tra i migliori in circolazione, ma so che è molto bravo e lo ha ha dimostrato, come aveva già fatto a Torino. L’infortunio gli ha tolto certezze, aveva smarrito condizione e autostima e la partita con la Roma ci restituisce un calciatore di cui abbiamo bisogno. E’ stato un investimento importante in sede di mercato, ora raccogliamo i frutti. Come con Younes, che entra sempre con intensità».

Avete anche un’altra testa, a volte e a tratti. «Però il pareggio nel primo tempo è stato un segnale negativo, perché ci siamo adattati troppo al ritmo della Roma. C’è stata una ingenuità individuale di Meret, ma non è un caso che il primo tempo sia finito 1-1, nonostante meritassimo di chiudere in vantaggio. Ciò vuol dire che bisogna maturare mentalmente».

L’ha cambiata varie volte, anche lei: difesa che scivola, centrocampo ora a due e ora a tre… «In linea generale, l’atteggiamento muta in base a quello dell’avversario. Quando abbiamo visto che Cristante s’è piazzato alle spalle di Dzeko, abbiamo cominciato a costruire diversamente».

L’Europa League è l’ossessione e ora cominciano ad incollarvi l’etichetta di favoriti. «E’ un onore ma tocco ferro. Abbiamo un quarto di finale complicato: sono convinto che ci arriveremo bene, ma serve questa intensità, perché con l’Arsenal non sarà per niente facile».

Non si sentiva in emergenza alla vigilia dell’Olimpico, non si sentirà adesso che Hysaj e Mertens sono usciti acciaccati. «Hysaj ha un affaticamento ad un adduttore, Mertens ha preso un colpo. C’è tempo a disposizione».

Un difetto: la tentazione di gestire in anticipo. «E potevamo farlo meglio, senza abbassare il ritmo quando non era necessario».

Colmati due tabù: non aveva mai battuto Ranieri e, tra le prime sei in classifica, aveva battuto solo la Lazio «Ma avevo ricevuto segnali positivi, ottimi allenamenti, spirito giusto. Sono successi, questi, che servono per la classifica e fanno aumentare l’autostima. Vincere a Roma è importante, persino al di là dei tre punti».

La Redazione

 

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