Le storie d’amore, quelle belle si raccontano. Ed in casa Napoli ce n’è in corso una che sembra davvero destinata a durare per sentimenti corrisposti, feeling e comunione di intenti. Ne parla Ciccio Marolda dalle pagine del Corriere dello Sport:
Eccolo, dopo la “vacanza” romana, il racconto dell’ultimo amore in casa azzurra. D’accordo, don Aurelio ha vissuto altre ardenti passioni di pallone, ma stavolta c’è nell’aria qualcosa di diverso. E non solo perché un allenatore così esperto e titolato non l’aveva mai trovato, ma anche perché Ancelotti ha due qualità estranee a tutti quelli che l’hanno preceduto: sa essere rassicurante nei momenti complicati e, soprattutto, sposa e non tradisce progetti e desideri del gran capo. Intendiamoci, per il De Laurentiis che s’è visto e conosciuto sino ad oggi si fa fatica a pensare ad un Napoli completamente affidato al coach – comprese le gestioni del mercato e dei contratti -, ma che in futuro Ancelotti possa ritagliarsi un ruolo a mezza via tra il direttore tecnico e il direttore generale, questo sì. Sarebbe, quella del mezzo coach, la via napoletana al modello inglese, fatto anche di patti chiari e d’amicizia lunga. Sì, perché se il Benitez italianizzato era convinto assertore della teoria che il calcio è tutta una bugìa, ebbene, Ancelotti felice e plurimedagliato vagabondo del pallone, questa teoria la sta smentendo. Certo, di verità ne nasconde pure lui, ci mancherebbe, ma mezzo british com’è diventato, quasi sempre a domanda risponde con sincerità. E due di queste hanno tolto i veli alla prossima stagione. Due fari accesi sul futuro della squadra. La prima: non metterò a rischio i conti della società; l’altra: Koulibaly e Allan resteranno qua, altrimenti m’incatenerò. Ecco quindi svelato il progetto per il campionato che verrà: niente follie, niente spese pazze di mercato, bensì ricerca di talenti da valorizzare – tipo Fabian e Meret per capirci – e, poi, per aumentare la competitività, aggiungere qualità a quella che già c’è. Sì, però c’è un “buco” nei discorsi di Ancelotti e porta diritto diritto a Lorenzo Insigne. Per lui don Carlo non s’incatenerebbe. E se a questo s’aggiunge che il Napoli lo ritiene, sì, incedibile, ma solo sino a una certa cifra, beh, allora quello che si capisce è che se il Napoli fosse “costretto” a lasciare andar via uno tra Koulibaly, Allan e Insigne, beh, a malincuore ma a portafoglio pieno rinuncerebbe proprio a Lorenzinho. Che ci sia all’orizzonte già qualcosa? Anche perché il capitano ancora non ha detto che se qualcuno tramasse per mandarlo via pure lui s’incatenerebbe. Ma forse solo perché sta ancora pensando dove.