Hanno 29 anni di differenza, ma più che padre e figlio, sembrano due fratelli. D’altra parte hanno in comune non solo il sangue, ma anche una passione per il calcio. Quello giocato. Beppe e Gianluca Savoldi, attaccanti di epoche diverse, ma con il minimo comune denominatore del Napoli nel loro passato. Ai microfoni de Il Mattino tra le altre domande spicca:
Il ricordo più bello?
Beppe: «La vittoria della Coppa Italia al mio secondo anno. Entrare al San Paolo era un’emozione unica. Non gridavano Napoli ma Beppe Beppe».
Gianluca: «Il momento in cui sono rientrato dopo l’infortunio. Un gol contro l’Avellino mi ha ridato la sensazione di respirare il campo, per un attimo mi sono sentito guarito e sembrava finisse un incubo. Poi però tornarono le problematiche fisiche».
E il più brutto?
Beppe: «La mancata conquista dello scudetto che era l’obiettivo dichiarato a inizio stagione».
Gianluca: «Sicuramente l’infortunio. Se non l’avessi avuto, il resto della mia carriera sarebbe stato diverso. Ho avuto una discopatia che ho provato a gestire senza intervento, ma per fare velocemente non ho messo una piccola protesi che mi avrebbe aiutato. Un altro momento brutto è stato il fallimento che ha coinciso con la fine della mia avventura a Napoli. Ho il rimpianto di non aver potuto vivere quella esperienza in maniera diversa».