Nelle ultime dieci di campionato, Verdi c’è stato sempre, tranne che con la Juventus: molta panchina, poche certezze, una empatia che ha faticato a scovare nei ritagli che gli sono stati affidati, nonostante due gol (uno con la Sampdoria e l’altro in Europa League, con lo Zurigo, nell’unica serata in cui è rimasto in campo per novanta minuti). Il miglior Verdi si è visto in Champions, 25 minuti contro il Liverpool, ma autorevoli.Poi si è ritrovato sull’altalena, con quell’umore che ne ha risentito, ma anche il rendimento, e il sospetto di dover vivere ai margini: Ancelotti l’ha stuzzicato, gli ha chiesto consistenza e spessore, poi ha ridisegnato le gerarchie, sistemandogli dinnanzi, nella scala dei cambi, anche Younes. E lui è rimasto a scrutare l’orizzonte: sa che restano due mesi a disposizione, affinché Napoli resti qualcosa di suo. Fonte: CdS