Il campo è come un palcoscenico dove ci si spoglia di quello che si è fuori e s’indossano i panni del più profondo sé, interpretando emozioni come fossero ruoli. Ilaria Mauro, intervistata dal CdS,nega di essere timida, riservata, seria come in campo appare. Lo nega ridendo, si sente molto diversa. Nonostante i gol non fa la primadonna. «L’adrenalina e le emozioni mi trasformano. Ma giocare a pallone è il mio lavoro, non devo mettermi in mostra, l’umiltà è la base di tutto, nel club e in Nazionale. In campo sono calma, non protesto, prendo botte, tanti falli e sto zitta». La dura vita dell’attaccante. Ma quando la misura è colma… «Mi arrabbio e quando mi arrabbio faccio paura». Suggerirle che diventa cattiva la fa ridere: «Non esageriamo».
Il pallone rotola nel cortile col fratello, più grande di cinque anni, e i suoi amici, se non è palestra di vita questa… Ilaria comincia così, come molte calciatrici, lei unica ragazzina in mezzo ai maschi. Poi a 13 anni va al Tavagnacco e i genitori diventano pendolari per amor suo. «Loro sì che hanno fatto molti sacrifici, li ringrazio tanto». Per lei invece non sono stati sacrifici, ma passione e determinazione hanno indirizzato il suo cammino: a 25 anni via dall’Italia, tre stagioni in Germania e poi la Fiorentina. «Sono cresciuta molto, da tutti i punti di vista». Ed è diventata quello che è: un’attaccante temibile.
Che effetto fa sapere che Giuliani la teme? «Bellissimo! Che orgoglio. Ma è difficile segnare a Giuliani, che tra l’altro ha davanti una difesa solida, Salvai e Gama. Quando ci ritroviamo in Nazionale siamo un’unica cosa, ma tornate nei club riprende la rivalità».
Juventus-Fiorentina che partita sarà? «Delicatissima. Se vincono vanno a più 4, e un bel pezzo di scudetto se lo prendono. Anche un pari a loro sta bene. Noi dobbiamo solo vincere. E se non va così dovremo difendere il secondo posto che vale la Champions».
Una partita che fa paura? «Io ho solo paura del vuoto, eppure voglio volare in mongolfiera sulla Toscana».
Cos’è la Fiorentina? «E’ il bel progetto per cui sono tornata in Italia. Giochiamo assieme da tre anni, abbiamo capito come funziona il campionato. Quest’anno abbiamo perso qualche punto, la partita che brucia di più è quella contro il Milan. Andiamo a Torino per vincere. Certo in uno stadio così pieno soprattutto di juventini sarà difficile!»
Se si muove la Juve si muovono tutti. I quarantamila spettatori non sono fantasia. Sta succedendo qualcosa? «Aprire lo Stadium alle donne è importante. Io credo che la Juve abbia pensato, facciamolo e vediamo che succede. Certo, è un segnale per tutto il movimento. La Juve è brava poi sa pubblicizzare quello che fa».
Il suo spot per Torino e il Mondiale? «Domani è l’occasione per vedere le squadre più forti d’Italia in uno stadio pazzesco. Venite a scoprire il calcio femminile. Poi portiamo l’Italia nel mondo».
Qual è il suo sogno? «Direi che andare ai Mondiali è già un pezzo di desiderio realizzato».
La Redazione