Buon sangue non mente. E in casa Insigne il Dna deve avere una particolare predisposizione per il gol. Lorenzo, il fratello più grande, è il capitano del Napoli nonché uno degli attaccanti italiani più forti e conosciuti. Roberto, 3 anni più piccolo, sta studiando da lui e cresce (bene) nella palestra del Benevento, in serie B dove sogna di centrare la seconda promozione di fila dopo quella di un anno fa con la maglia del Parma.Eccolo ai microfoni de Il Mattino
Ma riesce a vedere anche le partite di Lorenzo?
«Purtroppo da inizio anno non sono riuscito ad andare al San Paolo, perché in serie B giochiamo di sabato e la domenica abbiamo un allenamento di scarico».
Da casa, però, segue tutto e non si perde nulla: cosa ne pensa del momento del Napoli?
«Onestamente non mi stupisce la grande stagione che stanno facendo gli azzurri».
Perché?
«In estate ero in ritiro con loro e ho visto di persona che rosa hanno. In realtà non mi aspettavo che uscissero dalla Champions, anche se con quel girone era veramente tosta. D’altra parte ci siamo abituati: ai sorteggi siamo sempre sfortunati».
E poi c’è Ancelotti.
«Di lui si sa già tutto: è un vincente. Oltre che una bellissima persona. Si vede che sa di calcio e ho impiegato pochissimo a capire perché ha vinto tanto. Anche il suo staff è molto preparato».
In ritiro chi altro ha catturato la sua attenzione?
«Fabian Ruiz mi ha impressionato fin da subito, anche se devo dire che nel mio primo anno con Sarri sono rimasto rapito da Zielinski. Tecnico, rapido, ha forza fisica: per essere un classe ’94 sembra davvero più maturo».
E poi c’è Lorenzo, come sta suo fratello?
«Sta meglio. E sta lavorando per esserci con l’Arsenal».
Lei cosa ha pensato al suo sfogo dopo la gara col Sassuolo?
«Sono cose che possono succedere. Su una cosa sono certo: Lorenzo ama questa maglia».
E allora cosa è successo?
«È rimasto male per alcune critiche arrivate soprattutto sui social. Finanche io sono stato attaccato su Instagram e ho dovuto temporaneamente chiudere i commenti alle foto. Personalmente penso si tratti di tifosi occasionali: se Lorenzo fa gol e il Napoli vince, va tutto bene, se invece sbaglia un rigore, piovono le critiche».
Passiamo a una cosa bella: la fascia da capitano. Come ve lo ha detto in casa?
«Dopo aver letto che Marek sarebbe andato a giocare in Cina ho subito scritto a Lorenzo: Ora sei tu il capitano?, e lui mi ha risposto Boh!. Ma dentro di sé lo aspettava. Diciamo che tutti noi lo sapevamo».
La vostra reazione?
«Per noi è stato un orgoglio. Come lo è sempre stato avere un fratello che gioca nel Napoli. Ovviamente della fascia siamo stati contenti soprattutto per lui. L’ha guadagnata e sudata. E ora la porta con voglia e grinta. A me è dispiaciuto che Marek andasse via, ma poi me ne sono fatto una ragione perché ha passato la fascia di capitano a mio fratello».
Che rapporto avevano loro due?
«Eccezionale: Marek lo ha aiutato molto nella crescita. Sono stati 7 anni insieme e tra loro c’è una grossa stima ».
Ma è vero che lei ha rubato la maglia dell’esordio in serie A di Lorenzo?
«Quando l’ha portata a casa me la sono presa per fare una foto e non gliel’ho più rimessa nel cassetto. Lui ha capito subito che ero stato io a farla sparire e infatti poi mi ha regalato anche quella della finale di coppa Italia vinta con la Fiorentina».
Ma ora veniamo a lei, a Benevento non state vivendo un momento eccezionale.
«Le cose non vanno per il verso giusto: un po’ di sfortuna e non solo. Noi ci mettiamo anche del nostro: facciamo tanti errori. Contro il Livorno, ad esempio, non siamo praticamente scesi in campo e si è visto. Anche a Cremona. Con lo Spezia, invece, siamo stati sfortunati. Loro hanno fatto 3 tiri in porta 3 gol. Stiamo passando solo un brutto momento. Speriamo passi presto».
Magari anche col suo aiuto.
«Sto passando un bel periodo. Mi sento bene e mi dispiace per le tre sconfitte consecutive. Ora devo fare bene per la squadra e non solo per me anche perché i tifosi qui ci stanno sempre molto vicino».
Ha già segnato 6 gol in campionato e 2 in coppa Italia: c’è una partita che ricorda con più piacere?
«Quella contro il Crotone. Non giocavo da un mese e mezzo: abbiamo vinto, ho fatto gol e ho procurato un rigore».
Con Bucchi ha giocato sia esterno che seconda punta: qual è il suo ruolo?
«Sono nato esterno d’attacco a destra, ma con questo nuovo modulo mi trovo benissimo a fare la seconda punta. Esalta tutte le mie qualità».
Senta, ma se il Napoli va in finale di Europa League chiede un permesso a Bucchi?
«Magari. Ne ho parlato con mio padre. Ma prima ci dobbiamo arrivare e poi ci organizziamo last minute: meglio pagare qualcosa ma esserci».
Fonte: Il Mattino