Milik è l’uomo delle doppiette (quest’anno siamo a quattro, nella stagione precedente la sorte non gliene ha concesso occasione, frantumandogli un legamento, e prima che se ne andasse in pezzettini pure l’altro ne aveva collezionate altre tre), il «top player» che sfida le ombre delle suggestioni popolari (che si chiamino Cavani) e prende a spallate il gotha del calcio internazionale, quello assai chic: in campionato ne ha segnati quindici, in totale sta a diciotto, in assoluto ha messo assieme 2259 minuti e ogni 106 se ne va in giro ad esultare, senza neanche esagerare. Meglio del Kun Aguero e del re polacco Lewandowski (uno ogni 124) o di Kane (uno ogni 132). Quagliarella primo italiano