È uno dei talenti del calcio italiano, napoletano di Scampia, cresciuto nella Mariano Keller, capitano della Nazionale Under 21 che a giugno andrà all’assalto dell’Europeo, Rolando Mandragora, classe 1997, domani torna a Napoli da avversario con l’Udinese.
Il Napoli ha pescato l’Arsenal.
«È una sfida dal fascino unico, ma il Napoli è attrezzato per lottare ad armi pari con tutte le squadre dell’Europa League»
Lei all’Udinese, Meret al Napoli: lo dà qualche consiglio ad Alex?
«Lo conosco bene, è un bravo ragazzo. Posso racchiudere il mio pensiero in una frase: Quando vieni al sud piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai».
Rolando, che calciatore è?
«Sono giovane e devo migliorare tanto ancora. Ma lavoro tutti i giorni con la massima concentrazione per diventare un professionista di primo livello».
Quanto è vicina la salvezza per l’Udinese?
«Siamo nel momento chiave del campionato! La concentrazione e la determinazione faranno la differenza nelle prossime partite. Ma ce la faremo!».
Colpito dall’addio di Hamsik?
«Più che altro dalla velocità con la quale si è svolta la trattativa, tutta nel mercato di riparazione, ma soprattutto ho il rammarico di non vedere e incrociare più uno dei calciatori che apprezzo di più per valori tecnici e umani. Non a caso è stato una bandiera per il Napoli».
Si aspettava un dominio così schiacciante della Juve?
«Sinceramente 18 punti a marzo no, ma che sarebbe stata una fuga in avanti della Juventus, lo immaginavamo tutti ad inizio campionato».
Chi i preferiti nel suo ruolo?
«Mi piacciono molto Busquets e Pjanic».
Da piccolo tifava Napoli?
«Sono sempre stato appassionato di calcio. Ovvio che crescendo a Napoli seguivo da vicino gli azzurri».
Un idolo da bambino?
«Gerrard per la sua professionalità e il suo saper essere leader, oltre ai numerosi gol dalla distanza, sempre spettacolari».
Nel dire che è di Scampia vede in giro reazioni strane?
«Sinceramente no. A chi qualche volta mi domanda del mio quartiere, rispondo che pur nelle sue complessità è un posto bello da vivere e che porto nel mio cuore».
A 14 anni è andato via di casa per tentare di raggiungere il sogno. Cosa consigli dà ai ragazzi?
«Tenacia e perseveranza sono le basi senza le quali difficilmente si può raggiungere un obiettivo nella vita. Fortunatamente l’ho capito da piccolo e mi ha aiutato a sopportare la lontananza dalla mia famiglia in una età complicata. Pura passione».
Vedendo Gomorra ha detto: ma Scampia non è solo questo. Che cosa vorrebbe che si dica del suo quartiere?
«Che Scampia sia un quartiere particolare lo sanno tutti. Ma tutte le grandi città hanno quartieri con dinamiche particolari. Scampia ha anche tante cose belle che vengono poco pubblicizzate, a partire dal cuore della gente, cosa di cui vado fiero».
Si vede in Qatar nel 2022?
«Lavoro, mi impegno e sogno tutti i giorni la maglia della Nazionale. È una cosa a cui tengo tanto! Quindi spero con tutto me stesso di esserci».
Quale è il consiglio che tiene sempre a mente?
«Mio padre mi dice sin da piccolo che la testa fa la differenza. È un insegnamento importante per un ragazzo che deve crescere. Si può arrivare ad alti livelli se hai testa e poca tecnica, ma è impossibile arrivare ai massimi livelli con tanta tecnica e poca testa».
Quanto le pesa essere valutato 20 milioni di euro?
«Onestamente la mia valutazione non la faccio io. Quello che succede tra i club a noi calciatori non deve interessare. Il mio dovere ricambiare la stima che ricevo da tutti».
A giugno gli Euro U21 che affronterà in casa e da capitano, quali le sue aspettative e le sue emozioni?
«Emozioni tante, aspettative alte. Non vedo l’ora di affrontare questo evento. Giocare per la propria nazione è il massimo per un atleta. Lasceremo tutto sul campo per noi e per il popolo italiano».
Fonte: Il Mattino