Quando partì Sarri, Insigne voleva andare via

In estate, dopo la partenza di Sarri, anche Insigne ha provato ad andare via. Ma nessuna offerta è stata presa in considerazione da De Laurentiis che considera incedibile il talento cresciuto nel settore giovanile. Insigne ha accolto con perplessità il cambio di ruolo nonostante Ancelotti abbia costruito per lui un abito su misura. Ma Lorenzo si vede esterno in un tridente di attacco e considera il 4-3-3 in cui si è formato sotto Zeman e in cui è esploso con Sarri il suo modulo preferito. E nel Napoli pensa di non riuscire a dare il massimo. L’esclusione con il Salisburgo, peraltro, un po’ gli ha pesato: perché ormai l’Europa League è l’unico obiettivo che conta e restare fuori dall’undici titolare ha ferito il suo carattere tradizionalmente ombroso e sospettoso. Insigne ha capito ma fino a un certo punto. Il rigore sbagliato con la Juve ha pesato, vero, ma nessuno gli ha dato colpe particolari. Né il tecnico né i tifosi. Le critiche sui social sono all’ordine del giorno, per tutto e tutti, quindi aver dato peso a qualche eventuale post denigratorio sarebbe davvero senza senso. Peraltro, non è l’unico attaccante che non segna e viene criticato. Insomma, nello sfogo di Reggio Emilia qualcosa non quadra. Perché la reazione a caldo può anche starci (i gesti durante Napoli-Chievo o anche la reazione stizzita allo Juventus Stadium dopo la sostituzione di Sarri) ma le parole nel dopo-gara un po’ meno. 

La Redazione

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