L’estate della verità: e potrebbe essere tutta la verità, nient’altro che la verità, perché il calcio ha dinamiche a volte banali e scadenze che diventano (quasi) improrogabili. Quando la stagione finirà, ed accadrà tra due mesi circa, Lorenzo Insigne compirà (il 4 giugno) ventotto anni: e sarà quello il momento giusto in cui chiunque potrà decidere cosa fare da grande. Dovrà saperlo Insigne, chiaramente, ma anche il Napoli, e finirà per tentare di deciderlo, chiaramente, Mino Raiola, che dal prossimo aprile diventerà, con la scadenza del mandato della Doa – Della Monica, Ottaiano, Andreotti – il procuratore costretto ad uscire dall’ombra e ad incidere, per quel che saranno le proprie competenze, sul futuro.
La carriera dei calciatori si è allungata, però i ventotto anni sembrano rappresentare una specie di spartiacque, quel limbo nel quale si possono prendere decisioni personalmente storiche ed economicamente uniche, forse persino irripetibili, perché la maturità – tecnica ed anche umana – si impossessa del talento. E poi dopo, invece, si intravede la soglia dei trent’anni, non si è più “bambini”, forse s’avvicina persino l’inizio del declino, almeno perché si realizzino certi affari. Fonte: CdS