L’ex presidente del Napoli interviene dopo le rivelazioni dell’investigatore che seguì Maradona per più di un anno e lo fa ai microfoni de Il Mattino.
Come si pedinava un elemento come Maradona? «Si sa che Napoli è una città tentacolare, soprattutto per gli sportivi di un certo livello. E si sa anche quali sono i punti di ritrovo più frequentati in città: night, ristoranti, club, discoteche, più omeno il giro è quello, non viviamo in una metropoli con cinque milioni di abitanti».
Possibile che quel dirigente da lei incaricato, abbia incaricato a sua volta una persona estranea alla società? «Probabile, se è accaduta una cosa del genere, è stato a mia insaputa».
Cosa le raccontava Celentano quando era sulle tracce di Maradona? «Venivo a conoscenza delle sue abitudini, in particolari i giorni e gli orari in cui usciva. Va detto, e questo lo sapete tutti, che durante tutta la sua permanenza a Napoli, Diego poteva allontanarsi da casa soltanto di notte».
Oggi sarebbe stato impossibile con tutta questa difesa a oltranza della privacy. «Noi non facevamo alcuna invasione nella vita privata dei calciatori, non li obbligavamo a restare in casa, né tantomeno imponevamo loro locali da frequentare al posto di altri». Fonte: Il Mattino