L’arringa, per favore: che sia secca, asciutta, decisa, avvolgente. Che dimostri l’esistenza di una legittima difesa. Che dìa corpo alla fiducia e tolga da dentro quel pizzico di umanissima apprensione, perché giovedì accadrà qualcosa di insolito, anzi di inedito, e varrà la pena lanciarsi in questo viaggio con una rassicurante serenità interiore. E prima bisognerà giocare un’altra, senza stravolgersi però troppo là dietro, perché già cambiano gli esterni e anche il portiere e poi, a centrocampo, due laterali con spiccata propensione offensiva, e poi Insigne alle spalle di Milik: ce n’è abbastanza per parlar di rivoluzione, e quindi… Quindi accadrà quello che è un rito per ogni partita, destrutturata da Ancelotti da ogni forma di tensione, stavolta arricchendo il manuale con una frase che da giovedì sera risuona nelle orecchie di chiunque: «Mi hanno insegnato che ogni tanto il pallone può anche essere lanciato lontano, non è necessario giocarlo da dietro, quando la pressione degli avversari diventa alta e asfissiante. Si dice, e da un po’, palla lunga e pedalare...»Fonte: CdS