Maradona è stato “pedinato” e seguito per più di un anno e mezzo, ieri lo abbiamo letto sui giornali. A rivelarlo lo stesso investigatore che ha seguito l’asso argentino per tutto quel tempo. Lui, la spia del D10s, era stato interpellato dalla società azzurra…Corrado Ferlaino, allora Presidente del Club, interviene sulla questione:
Come si pedinava un elemento come Maradona? «Si sa che Napoli è una città tentacolare, soprattutto per gli sportivi di un certo livello. E si sa anche quali sono i punti di ritrovo più frequentati in città: night, ristoranti, club, discoteche, più o meno il giro è quello, non viviamo in una metropoli con cinque milioni di abitanti». Possibile che quel dirigente da lei incaricato, abbia incaricato a sua volta una persona estranea alla società? «Probabile, se è accaduta una cosa del genere, è stato a mia insaputa». Cosa le raccontava Celentano quando era sulle tracce di Maradona? «Venivo a conoscenza delle sue abitudini, in particolari i giorni e gli orari in cui usciva. Va detto, e questo lo sapete tutti, che durante tutta la sua permanenza a Napoli, Diego poteva allontanarsi da casa soltanto di notte». Oggi sarebbe stato impossibile con tutta questa difesa a oltranza della privacy. «Noi non facevamo alcuna invasione nella vita privata dei calciatori, non li obbligavamo a restare in casa, né tantomeno imponevamo loro locali da frequentare al posto di altri». Vabbè, in fin dei conti li controllavate. «Maradona era il più grande calciatore del mondo, rappresentava un patrimonio inestimabile per il Napoli. In qualche maniera, dovevo pur difendere e tutelare questo patrimonio».
Il Mattino