Fabian Ruiz ha cambiato ancora, come conferma il CdS, dopo aver girato un po’: esterno di destra o di sinistra, rifinitore e persino sottopunta, sino a quando, due mesi fa, in allenamento, Ancelotti non viene fulminato sulla via di Castel Volturno e sceglie di farne un regista davanti alla difesa, nella interpretazione però personalizzata ch’è distante ed inavvicinabile a Pirlo – il prototipo della genialità – né da Hamsik, il riferimento iniziale di questa vita napoletana: è un azzardo inseguire paragoni, accostarlo a Busquets, irregimentarlo in un confronto dannosamente banale, né soffermarsi esclusivamente alle statistiche, ai cinque gol, agli oltre duemila minuti effettivi conquistati, e alle ventisette presenze. Un gioiello è per sempre ed ovunque.
La Redazione