Mimmo Carratelli: “La banda di Carlo suona il rock”

Duecentocinquanta anni dopo Mozart, che avemmo l’onore di ospitare in via Medina, la Red Bull Salisburgo Orchestra fallisce il tentativo di imitare il successo del lontano Maestro salisburghese e viene suonata al San Paolo dalla Jazz Neapolitan Band di Carlo Ancelotti al completo di percussionisti polacchi, tamburi del Senegal, chitarre spagnole, un tamburello albanese, una gusla serba, voce solista Arcadio Milik che apre la serata di festa. 

 

E’ il gran concerto degli ottavi di Europa League al San Paolo, competizione in cui trent’anni fa, sotto diverso nome, Coppa Uefa, la più straordinaria band azzurra col Maestro Diego Armando Maradona suonò la Vittoriosa in do maggiore, Tonino Careca al pianoforte, Alemao al basso, Ciro Ferrara alla batteria, Andrea Carnevale alla chitarra elettrica. E’ per questo che a egregie cose il forte animo azzurro e il ricordo accendono e, in una serata di scirocco umido, la leggenda di un passato di felicità europea viene degnamente onorata.
Fuori da questa esultante parabola musicale, la cronaca registra l’ineludibile vittoria del Napoli nella partita di andata col Salisburgo e annuncia lo sbarco azzurro nei quarti dell’Europa bis con lontana vista mare a Baku sul Caspio, a fine maggio, dove Aurelio De Laurentiis desidera, anela e pretende il trionfo finale cuore a cuore con Carlo Ancelotti, quando la vita è una cosa meravigliosa, e chi vivrà vedrà.
Il Salisburgo è squadra sfacciata che gioca solo per l’attacco con terzini volanti e centrocampisti di inserimento. In difesa, ha l’etichetta “fragile”. Sponsorizzata dalla famosa bevanda energetica, inventata da un settantenne austriaco con un geniale copia e incolla di una bevanda thailandese, affronta il Napoli a viso aperto. Gli azzurri ringraziano, sono frizzanti e pimpanti, vanno in gol con allegria. Allan copre, Fabian Ruiz (il migliore e che gol!) contrasta e va all’attacco, Callejon è un metronomo geniale, Mertens sprizza velocità e fantasia, Milik è uno splendido lottatore, Mario Rui crossa e costringe Onguéné all’autorete, Meret nega il gol a Dabbur, Junozovic e Gulbrandsen, Koulibaly e Maksimovic però si fanno ammonire e salteranno il “ritorno”. In ogni caso, Marco Rose allenatore tedesco del Salisburgo piega la testa. Rose rosse per te. Insigne gioca gli ultimi venti minuti da scugnizzo in vacanza. Fonte: CdS

 

 

 

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