L’opinione di Enrico Fedele sul Roma:
“Obbiettivo vittoria centrato con tre gol che dovrebbero evitare brutte sorprese sul campo del Salisburgo. Quindi qualificazione ai quarti quasi conquistata, anche se in Austria non sarà certamente una passeggiata senza Maksimovic e Koulibaly che hanno commesso l’errore di farsi ammonire e quindi di beccarsi una squalifica pesante. Fa bene Ancelotti a non essere proprio soddisfatto della prestazione della squadra, soprattutto quando nel finale gli azzurri hanno rischiato di subire un gol che avrebbe rovinato la festa al San Paolo. Direi quindi che è una vittoria che mi lascia tanti dubbi perché, al di là del risultato finale e delle tante occasioni da gol fallite, in alcuni momenti ho visto una squadra non in grado di gestire la gara. E il merito se non c’è scappato il gol è soprattutto di Meret, protagonista di una serie di interventi davvero miracolosi. Quel calo di concentrazione è un dato di fatto preoccupante. Non dimentichiamoci che quel gol balordo subito in casa con la Stella Rossa c’è costato il mancato passaggio agli ottavi di finale di Champions. Alla nostra immancabile critica tecnica, comunque, fa da contraltare gli apprezzamenti per la lunga serie di azioni da applausi con un fraseggio veloce che ha portato a turno in zona gol un po’ tutti gli attaccanti. E sinceramente il Salisburgo andava ultreriormente punito per la sua presuntuosa e dissennata tattica offensiva. Attaccare con otto uomini e difendersi solo con due giocatori non fa parte del manuale del calcio, anche se poi nell’assalto finale gli austriaci avrebbero potuto trovare il gol della speranza. Ripeto questa è una vittoria che mi lascia tanti dubbi sul futuro in Europa League, ma spero da tifoso di essere smentito. In questo Napoli manca il giocatore esperto in grado di prendere per mano la squadra nel momento in cui gli avversari ti aggrediscono. De Laurentiis, quindi, guardando alla prossima campagna acquisti prenda in considerazione il mio appunto perché se si vuole vincere qualcosa non si può puntare solo sui giovani bravi, anzi bravissimi, ma privi di quell’esperienza che nel calcio conta non poco”.